venerdì 18 dicembre 2009

Arbeit Macht Frei



Ci sono notizie che si commentano da sole, ci sono atti così spregevoli da provare vergogna per chi li compie.

Dal sito del Corriere:
" Un atto di vandalismo, ma dalla connotazione fortemente simbolica. Il cartello recante l'iscrizione in tedesco «Arbeit Macht Frei» («Il lavoro rende liberi») posto all'ingresso dell'ex campo di sterminio nazista di Auschwitz, in Polonia, è stato rubato da ignoti".


"Il lavoro rende liberi".
La banalità di una frase che ci ricorda la banalità del male.


Vincenzo



martedì 8 dicembre 2009

Legione Condor



Guernica, 1937 - Pablo Picasso




E dai semi di morte lanciati dai piccoli di condor, germogliò il genio.

Vincenzo

giovedì 26 novembre 2009

Il nocciolo della questione (12)


Vietato chiedere aiuto



A Varallo, una ricca città del vercellese, c'è un sindaco leghista, nonchè deputato della Repubblica, che ha in uggia il burqua, il burquini e il niquab.
E' proprio andato in fissa: da tempo, ormai, cerca in vari modi di impedire alle donne di indossare questi indumenti della tradizione musulmana.

Il sindaco-Onorevole, per essere sicuro di essere capito, si è anche inventato dei nuovi "cartelli stradali" da affiggere nelle vie da lui amministrate ( la foto sopra ve li mostra) e li ha voluti bilingue ( italiano-arabo) mostrando in questo modo, bontà sua, fiducia nell'alfabetizzazione degli immigrati.


Ora: non voglio scendere nel merito della questione, ossia se sia giusto rispettare le tradizioni religiose (ma in definitiva sarebbe meglio dire se sia giusto permettere alle persone di vestirsi un po' come gli pare), oppure se gli immigrati che vengono in Italia si debbano adeguare ai nostri costumi: e quindi vai con le arabe minigonnate.

Quello di cui vorrei parlare, invece, è l'ultima parte dell'ordinanza-cartello stradale: "vietata l'attività a vu' cumprà e mendicanti".

I mendicanti.
Chi sono costoro? Chi mendica? Cosa mendicano?
Ci sono politici che mendicano un posto in Parlamento, medici che mendicano un posto da primario, giudici un avanzamento di carriera, militari un avanzamento di grado, operai che mendicano un passaggio di livello.
Ci sono figli maltrattati che mendicano un po' d'affetto, persone sole che mendicano quattro chiacchiere da uno sconosciuto per strada, malati che mendicano cure e attenzioni.
E ci sono cani abbandonati che mendicano un padrone.
A chi è rivolta l'ordinanza che vieta l'attività ai mendicanti?

Mendicare non è mai un bello spettacolo da vedere, men che meno quando a mendicare è una persona che ha bisogno di aiuto, perchè qui non bisogna prendersi per il culo: il sindaco- deputato non ce l'ha coi mendicanti che ho elencato sopra.
Ce l'ha con i barboni, con i morti di fame, con i reietti della società, con chi chiede l'elemosina magari per mangiare.
Ce l'ha con chi mendica un aiuto al prossimo.

Ce l'ha con i poveri.

Io non ce l'ho col sindaco-deputato.
Ce l'ho con chi lo vota.

"Così gli ultimi saranno primi e i primi, ultimi".
Speriamo.


Vincenzo

martedì 24 novembre 2009

Il nocciolo della questione (11)

Marilyn Monroe - Una vera diva



Il troppo stroppia

E sei lì, tranquillo, si fa per dire, che guardi la tv.
Vuoi un programma leggero, non impegnato, ma al contempo non cazzuto e grottesco tipo gandefratello e simili... e allora scegli lo sport: sportitalia.
Un servizio sul calcio, tanto per cambiare... e poi, improvviso, come una pugnalata, come uno sputo in chiesa, come uno sguardo torvo di un bambino, come una birra calda, come un fuoco freddo... arriva lei; gambe lunghissime minigonnate con ai piedi scarpe con zeppe da puttana o, come si usa dire oggi, da escort.

Non reggo la visione: sarò moralista, ma questa mercificazione del corpo femminile mi fa ribrezzo.
Cosa c'entra un programma sportivo col sesso?

Cambio canale: c'è Belen che pubblicizza cellulari.

Spengo la tv.



Vincenzo

sabato 21 novembre 2009

Il nocciolo della questione (10)



"... in direzione ostinata e contraria".
Fabrizio De Andrè

Questa bella frase di Fabrizo De Andrè compare nella homepage di nessun luogo è lontano, un'associazione romana di volontariato che si occupa di immigrazione.
Tra le altre iniziative i volontari hanno creato "Semina", un centro diurno socio educativo destinato ai minori stranieri ed italiani.
Nel centro i ragazzi, dai 7 ai 18 anni, possono giocare, leggere, chiedere aiuto per i compiti scolastici, fanno attività di gruppo e hanno a disposizione dei laboratori pedagogici.

Tutte queste cose le ho scoperte perchè questa mattina il Presidente della Camera è andato a far visita a questi ragazzi stranieri e, giustamente, i mezzi d'informazione ne hanno parlato.

Parlando a braccio coi ragazzi Fini ha detto, riguardo a chi insulta gli stranieri per il loro colore della pelle, queste parole:

"Qualche volta c'è qualche stronzo che dice una parola di troppo?
Guarda, il Presidente della Camera è la più alta carica (perchè è un metro e ottantacinque), però... parla anche lui come voi... quindi, anche se scappa una parolaccia... l'imporante è non offendere nessuno.
Però se qualcuno vi dice che siete diversi per il colore della pelle o perchè venite da un altro paese, la parolaccia la merita, voi la pensate, gliela dico io e così siamo pari ".

Ecco, leggere queste cose mi ha fatto nascere un sentimento duplice.
Da un lato la soddisfazione che la terza carica di questo fetentissimo Stato, non so se in malafede, per lotte di potere, per interessi politici... ma non penso sia questo oggi il punto, abbia detto certe cose.
Dall'altro lato mi chiedo: ma dove cazzo è la sinistra in Italia?
Possibile che certi argomenti li debba portare avanti quello che è stato il segretario del MSI?

Mai votare per partito preso...


Vincenzo

Camilleri per la casa di Laura: progetto di "nessun luogo è lontano" a favore dei bambini etiopici.


giovedì 5 novembre 2009

Sushi



Shima-zoroi On'na-benkei - Utagawa Yoshikuni



Non fermarsi alle apparenze: scoprire, approfondire e poi rallegrarsi di aver avuto ragione.
A non fermarsi.

Questo in generale.
Anzi, in particolare.

Pensavo che mangiare sushi fosse un po' snob e un po' da parvenu.
Una di quelle minchia di mode milanesi, insomma.
Invece è buono.

Minchia.


Vincenzo

lunedì 26 ottobre 2009

Il nocciolo della questione (9)



La difficile arte di divertire


Letizia Moratti e il noto comico Teo Teocoli


La sempre elegante Letizia Moratti mi ha mandato via posta una simpatica brochure dove si elencano gli straordinari miglioramenti apportati dalla giunta comunale da lei guidata a Milano.
Pesco a caso: "più sicurezza anche attraverso l'ordinanza che vieta l'alcol ai minori di 16 anni... il call center attivo h24... l'ecopass... la diminuzione del traffico del 6,8%... le 1400 bici pubbliche a noleggio (oneroso)... il rafforzamento dei mezzi pubblici... l'inizio lavori delle nuove metropolitane... nuovi box sotterranei... più alloggi popolari... più aiuto alle famiglie... aiuto agli anziani... giro di vite nelle zone a rischio sicurezza (giuro, c'è scritto proprio "giro di vite!!!!")... più illuminazione... più cultura... meno abusivismo edilizio...".

Ora: chi vive a Milano, dopo la lettura dell'opuscolo pubblicitario si sarà fatto una bella risata, o, se di animo sensibile, si sarà intristito per la presa in giro: tutta aria fritta, si capisce.
Ma non è questo che vorrei sottolineare.

La cosa che più mi ha colpito è il titolo scelto per la brochure: " el nost milan la nostra milano our milan" con l'idioma milanese prima di quello italiano e di quello inglese.

Adesso: che la Moratti si appresti ad ospitare l'Expo e allo stesso tempo dia più importanza al dialetto milanese piuttosto che all'inglese non mi sorprende, fa parte del personaggio.
Non vi nascondo,però, che dal sindaco della città che ospita la squadra di calcio denominata Internazionale (nonchè cognata del presidente della suddetta) mi sarei aspettato un po' più di internazionalismo... . ;-)


Vincenzo

Aldo Giovanni e Giacomo, la cadrega:



venerdì 23 ottobre 2009

La Paura è il nostro peggior nemico

Lupo iberico - Jose Luis Rodriguez



Ecco la foto di Jose Luis Rodriguez, vincitrice del concorso Wildlife Photographer of the year 2009.

Rimangono solo mille - duemila esemplari di lupi iberici (una sottospecie del lupo grigio) nel nord della Spagna.
L'uomo, credendoli pericolosi, li ha sterminati.

L'ignoranza genera paura.


Vincenzo

mercoledì 14 ottobre 2009

Intestucciato

Sbarco Alleato in Sicilia, 1943 - Robert Capa



E l'accendino in tasca che fa passato, che anche se non fumi serve.
Sono intestucciato.
Intestucciato, che termine curioso: rende l'idea, però.

"Capitano, dammi la rotta!". " Sei tu il capitano!".

In realtà, i testi in inglese delle canzoni non li capisco: mi piace il ritmo, intuisco qualche frase, qualche parola e se mi incuriosisco cerco la traduzione. A volte è una brutta sorpresa, nel senso di testo del cazzo (che fa supporre una testa di cazzo di cantante) e a volte, invece, è una bellissima sorpresa.
E' il caso di Under pressure, dei Queen: c'è questa strofa che fa:

"Why - why - why ?
Love love love love love
Insanity laughs under pressure we're cracking
Can't we give ourselves one more chance
Why can't we give love that one more chance
Why can't we give love give love give love give love
give love give love give love give love give love"


Bella. E non la traduco, perchè voi l'Inglese lo conoscete, vero??!!?

Tirano giù il Giants Stadium, giù in Jersey, e Bruce ci ha tenuto l'ultimo concerto.
Per l'occasione ha scritto una canzone: "Wrecking ball".


Ecco, a volte ci vorrebbe una di quelle palle per tirare giù tutto e poi ricostruire.
Bella la tromba.

Chissà com'è continuata la vita del contadino della foto qui sopra, scattata da Capa nelle campagne siciliane durante lo sbarco Alleato del 1943.
Sembra un mio vecchio zio morto da poco, quel contadino.
Un amico fraterno di mio nonno.
In Sicilia tutto cambia per non cambiare, altro che americani.

Sono intestucciato.

Vincenzo

giovedì 24 settembre 2009

Il filo dei ricordi







Un albero di amarene

Una lucertola morta in una scatola di dentifricio

Il segno del cuscino sul viso

Retromarcia in autostrada

Un gioiello perso in una pista da ballo

La messa Gospel

Siciliani a Torino


Filo di rame, filo di perle, filo del discorso, filo di trucco, ti faccio il filo, appeso a un filo, filo di pancia, filo da cucire, filo incazzato, filo doppio, filo logico, filo chirurgico, filo di fumo, filo di ruggine, filo del rasoio, filo arrossato, filo stonato, filo imprudente, sempre sorprendente.

...un filo lega tutto, mai spezzare i fili...


Vincenzo


venerdì 11 settembre 2009

Il nocciolo della questione (8)



Il treno dei desideri


Tramonto sulla stazione di Krasnodar, Russia


Sono affascinato dai treni, ogni volta che ne vedo uno, in stazione o su qualche passante cittadino, lo guardo con piacere, quasi con affetto.
Ho trascorso molte ore della mia vita sui treni, specie da bambino.
Viaggi che dovevano durare 14 ore molte volte ne duravano 24: mi riferisco ai treni degli immigrati che ogni estate facevano la spola tra nord e sud Italia. Nel caso della mia famiglia da Milano alla Sicilia: viaggi interminabili, sudati, odorosi, assonnati.
E malgrado ciò, o, per paradosso, proprio per queste reminiscenze infantili, amo i treni.

E di treni voglio parlare.
Anzi, voglio parlare delle scelte strategiche di Trenitalia, ben sapendo che le ferrovie sono pubbliche e quindi le loro scelte, alla fin fine, sono dettate dalla nostra classe politica.
Dire che le scelte sono dettate da noi cittadini mi sembra un po' troppo!

Parliamo di alta velocità: della tanto decantata "freccia rossa" che, a detta dei ferrovieri, altro non è, in moltissimi casi, che il vecchio convoglio eurostar verniciato di rosso!

Se, per ipotesi, volessi andare da Milano a Rimini in treno avrei due opportunità: o un diretto eurostar che ci impiegherebbe 3 ore e 34 e mi costerebbe 33,30 euro, oppure, sfruttando l'alta velocità, potrei arrivare a Bologna, cambiare convoglio e risparmiare 30 minuti!
Certo, spenderei 19 euro in più e farei un cambio.
Mhh, ottimo, direi!

Se invece, sempre per ipotesi, volessi andare a Napoli non avrei bisogno di far cambi a Bologna: un bel frecciarossa mi porterebbe direttamente nell'ex capitale borbonica in appena 5 ore e 35 minuti alla modica cifra di 83,60 euro.
Certo, qualcuno potrebbe obbiettare che con Meridiana volo a Napoli in 1 ora e 20 spendendo solo 6 euro in più... ma io potrei controbattere dicendo che il viaggio in treno è più affascinante.
Mhh, poco convincente?

A mio avviso l'alta velocità è un lusso che si possono permettere i paesi ricchi, i paesi dove la rete ferroviaria ordinaria è ad un buon livello: Francia, Germania e Giappone, per fare degli esempi.
Grandi zone dell'Italia, soprattutto in meridione, non sono servite dalla ferrovia. In Sicilia, spesso, è ancora presente il monorotaia.
I treni ordinari sono spesso guasti, sporchi, in ritardo.
I treni pendolari sono in condizioni pietose, vergognose, indegne di un paese civile.
Non scherzo, in Tunisia ho visto treni migliori di quelli da noi usati per studenti e lavoratori!

Detto questo, mi chiedo: che senso ha spendere le poche risorse a disposizione per qualcosa di superfluo come l'alta velocità?
E' troppo avere come desiderio che i soldi pubblici vengano spesi per il bene di tutti e non per le speculazioni di pochi?


Vincenzo



giovedì 6 agosto 2009

Guidare tutta la notte




Cenare alle 19,00... molto lombardo, molto anziano, molto palloso.
A volte fai quello che vuoi, a volte ti adegui...

Vorrei guidare tutta la notte.


".... e vorrei che Dio mi mandasse una parola, mi mandasse qualcosa che potessi avere paura di perdere ....".


Vincenzo

domenica 26 luglio 2009

90 anni alla grande



                                   Fiori di ficodindia sui monti Nebrodi - Chiara Samugheo


Per quella volta che un topo è entrato in sala e tu lo hai ucciso con la scopa...

Per quella volta che ti ho chiusa nello stanzino... 

Per quella volta che è entrato un pipistrello in bagno e lo hai neutralizzato con lo scopino del gabinetto...

Per tutte le volte che prima del pane mi hai preparato la "guastedda"...

Per le volte che "sei stanco del viaggio, ti ho fatto la gallina a brodo"...

Per la foto che hai nella vetrinetta...

Per il boccale da riempire con la granita...

Per quel giro nell'orto una decina di anni fa...

Per i racconti di quando eri giovane...

Per l'esempio di forza...

Per il discorso di 10 giorni fa...

Per le lacrime quando vado via...

Per tutto quello che sarai...

Auguri, nonna.


Vincenzo



venerdì 10 luglio 2009

Il nocciolo della questione (7)


Gerontocrazia



                                                I presidenti Obama e Napolitano con le rispettive consorti. 


All'Aquila è in corso il G8.
Nutro forti dubbi sull'utilità di questi vertici: mi danno l'impressione di essere una passerella per i potenti del mondo, momenti di giusta aggregazione, con molte foto e molti banchetti, ma dove difficilmente si riesce a prendere delle decisioni che siano una sintesi di tante esigenze spesso discordanti.
L'unica trovata geniale è stata la grossa scritta fatta da dei terremotati su un prato visibile dalla sede del vertice: "yes, we camp".

L' aspetto di cui voglio parlare, però, è un altro. 
Obama è stato ricevuto al Quirinale dal nostro presidente della Repubblica: mi è sembrato il nipotino che va a trovare il nonno.

Uno fra i problemi che affliggono l'Italia è l'avere una classe politica vecchia.
Per restare alle due figure pubbliche più importanti, il presidente del consiglio e quello della Repubblica, notiamo che uno, Berlusconi, ha 73 anni di cui 15 passati in politica e l'altro, Napolitano, ha ben 84 anni di cui 56 passati nelle istituzioni.
 
Ora, con tutto il rispetto che si può avere per le persone anziane, anzi, usiamo le parole in modo appropriato... con tutto il rispetto che si deve avere per i vecchi, bisogna rendersi conto che nella vita ci sono stagioni diverse e che l'età che precede la morte naturale è da vivere in serenità, magari accudendo i nipotini, magari dando saggi consigli ai più giovani... ma lasciando le leve del comando a persone più giovani e forti.

Questo in tutti i campi, si capisce, ma a maggior ragione in politica, in un settore che chiama a responsabilità enormi e a scelte che riguardano la collettività, la res publica.


Vincenzo




martedì 7 luglio 2009

Blood Brothers


Berna, 30 giugno 2009. Clarence Clemons, malato di artrosi, viene accompagnato da Bruce Springsteen al suo posto per il concerto allo Stade De Suisse: come ricompensa, un bacio. 


Quando avrai bisogno io sarò lì

E aiutando te aiuterò me

Per sempre blood brothers


Vincenzo


giovedì 25 giugno 2009

Il nocciolo della questione (6)


Alta arte figurativa...


                                                                                Il nuovo logo "Italia"


A volte delle cose piccole, degli avvenimenti all'apparenza poco importanti, marginali, possono spiegare meglio di mille discorsi la realtà in cui viviamo.

Ieri pomeriggio, alla presenza del presidente del Consiglio, il ministro del turismo (sì, da un mesetto abbiamo anche il ministro del turismo nella persona di Michela Vittoria Brambilla: per quali meriti questa signora sia diventata ministro della Repubblica, non lo so... qualche sospetto mi viene, ma lo tengo per me) il ministro, dicevo, ha presentato il nuovo logo che rappresenterà e darà lustro all'Italia nel mondo.

Adesso, dire che il nuovo logo è brutto è un elegante eufemismo tanto quanto dire che sono rimasto stupito nel leggere quali ispirazioni sono state seguite per idearlo: " abbiamo scelto ordine e rigore, unito però alla leggerezza e alla musicalità del nostro paese, a quella morbidezza e sinuosità che rendono duplice e di difficile sintesi ma anche unico il nostro stile di vita".
Spero che almeno il ministro abbia capito quello che ha detto. 

Ci sono cose più importanti di un logo, mi rendo conto: e però pensare che si agisce con tanta sciatteria, che si danno ministeri a persone totalmente incompetenti, che si scelgono grafici con chissà quali criteri clientelari (parliamoci chiaro, un qualsiasi ragazzo appena uscito da una scuola di grafica avrebbe fatto un lavoro migliore di quello) lascia l'amaro in bocca.

Guardando quel logo obrobrioso mi è venuto in mente il lavoro che il ministero del turismo spagnolo commissionò a Joan Mirò nel 1983: ecco, dispiace dirlo, ma il confronto delle opere marca la differenza tra un paese serio ed uno... fate voi...



                                                                 Il logo Turespaña di Joan Mirò


Vincenzo

venerdì 19 giugno 2009

365 all'alba!

                                                                                                         La mitica Renault 4


"Cerchiamo un posto dove si mangia bene e si spende il giusto".
"Bene, continuate su questa strada, fra un chilometro c'è un agriturismo che fa per voi".
Mangiammo alla stragrande, bevemmo come sempre troppo e pagammo convinti di non essere stati derubati!

Aveva una vecchia Renault 4 bianca, di quelle con la leva del cambio in alto: nel contesto della naja era un privilegiato, erano pochi, infatti, ad avere dietro la macchina.
Con quel vecchio mezzo, a cui un giorno si ruppe la retromarcia, girammo mezza provincia di Udine. Aperitivo al bar Commercio, negroni per me e white lady per lui, e poi via in cerca di locali nuovi.
Quelle cinque ore di libera uscita riuscivamo a farle sembrare una serata senza fine...

Chi non ha fatto il militare difficilmente riesce a capire la forza dei legami che si crea in quell'anno passato con la divisa addosso.
Si è giovani, all'inizio spaesati, in mezzo a persone sconosciute, lontano da casa, dagli affetti, dalle ragazze (quando c'erano), dagli amici. Si vive coi sensi amplificati. Non si hanno difese e quindi non si hanno barriere... si assorbe tutto come le spugne. 
Ricordo le lacrime trattenute a stento da molti alla cena congedanti.

Era da troppo tempo che non pensavo a queste cose: ben ritrovato, Baldan!

Vincenzo

domenica 14 giugno 2009

Nulla è scontato


                                         Bagno penale a Portoferraio - Telemaco Signorini, 1890


Caldo primo pomeriggio di un sabato di Giugno: una ragazza parla ad alta voce col suo fidanzato, o con suo marito, o con suo padre, o con un suo amico, o con non so chi... dice cose che non colgo appieno. 
Poi si mette la mano sulle labbra e fa un ampio movimento col braccio: manda un bacio con la mano, poi un altro, poi ancora, ancora e ancora. 
E poi non guardo più, prevale il pudore.

A Cagliari, su una delle sue colline, c'è un bel giardino pubblico, molto curato e con tante piante. Per raggiungerlo si passa da una piccola stradina pedonale che è una sorta di canyon: da un lato c'è una collinetta e dall'altro lato c'è il recinto del carcere.
Spesso, per comunicare coi carcerati, i congiunti salgono sulla collinetta e si rivolgono alle finestre con le sbarre che distano un cinquecento metri.

Quello che a molti di noi, nella nostra quotidianità, sembra normale, il camminare, il parlare, il correre, il baciarsi, per altri non lo è: mai dare nulla per scontato.


Vincenzo

martedì 9 giugno 2009

Il nocciolo della questione (5)


La fiducia nel prossimo


                    Un negozio di elettrdomestici del Cairo: le tv trasmettono il discorso di Obama


"È più facile dare inizio a una guerra che porle fine. È più facile accusare gli altri invece che guardarsi dentro. È più facile tener conto delle differenze di ciascuno di noi che delle cose che abbiamo in comune. Ma nostro dovere è scegliere il cammino giusto, non quello più facile. C'è un unico vero comandamento al fondo di ogni religione: fare agli altri quello che si vorrebbe che gli altri facessero a noi. Questa verità trascende nazioni e popoli, è un principio, un valore non certo nuovo. Non è nero, non è bianco, non è marrone. Non è cristiano, musulmano, ebreo. É un principio che si è andato affermando nella culla della civiltà, e che tuttora pulsa nel cuore di miliardi di persone. È la fiducia nel prossimo, è la fiducia negli altri, ed è ciò che mi ha condotto qui oggi". ( B.H. Obama).


Settimana scorsa il Presidente degli Stati Uniti è stato in visita in alcuni Paesi musulmani e ha pronunciato un bel discorso di speranza e di apertura all'università del Cairo, in Egitto, Africa.

Se uno dei doveri di un leader è quello di volare alto, di indirizzare, di dare speranza, non si può negare che Obama sia un grandissimo leader: e non vi nascondo che in questo periodo storico complesso lo vedo come una delle poche luci di speranza.

La parte di discorso che ho riportato mi ha colpito perchè ha l'ambizione di parlare all'uomo, al singolo, all' individuo: non è quello che gli Stati potrebbero fare, ma quello che ognuno di noi dovrebbe fare. Ed è un discorso che dovremmo traslare nella nostra quitidianità, nelle nostre città, nei nostri luoghi di lavoro.

La realtà è spesso dura, il pragmatismo è una necessità, ma senza i sogni, gli ideali e un pizzico di retorica, vivremmo certamente peggio. 

Vincenzo

martedì 2 giugno 2009

La Repubblica dei magnaccioni



                                              Alberto Sordi nel film "Un americano a Roma"

2 giugno, festa della Repubblica: dopo lo strepitoso successo nel programma tv "ballando sotto le stelle" il principe, si fa per dire, Emanuele Filiberto di Savoia viene candidato alle elezioni europee nelle liste UDC.  http://www.ilmattino.it/articolo.php?id=56304&sez=ITALIA

Che abbia ragione Bossi quando dice che quelli del partito di Casini bisognerebbe riempirli di legnate?!?  http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=60349&sez=HOME_INITALIA

Comunque, lasciamo perdere le notizie da cabaret e parliamo di cose serie: qual'è il piatto che potrebbe rappresentare meglio l'Italia e, quindi, la Repubblica?
Ero indeciso fra la pizza margherita e gli spaghetti pomodoro e basilico. Entrambi i piatti sono verdi, bianchi e rossi, come la bandiera, entrambi piacciono alla quasi totalità degli italiani ed entrambi si trovano in tutti i ristoranti della penisola, da nord a sud.
Come scegliere, allora? Vado per esclusione!
Dato che la margherita è stata creata da un non poco ruffiano pizzaiolo napoletano in onore della regina Margherita di Savoia nel 1889, scelgo gli spaghetti al pomodoro. 
Dopotutto è la festa della Repubblica, perbacco!

Ricetta per 4 persone.

Allora, per prima cosa gli ingredienti: devono essere di prima qualità se no, come in tutto nella vita, viene fuori una schifezza...

- Spaghetti: Gragnano, De Cecco o Barilla. 350 gr.

- Pelati sammarzano: sarebbero meglio i pomodori freschi nati a Pachino, ma comunque... Cirio o Coop vanno benissimo. Una bovata, o confezione.

- Olio d'oliva: dovrebbe essere inutile specificare extravergine e di ottima qualità. Meglio siciliano, si capisce. Abbastanza.

- 1 aglio: sul grosso, non raggrinzito e sfigatino.

- Basilico: deve essere fresco. 8 foglie.

Dopo aver soffritto l'aglio aggiungete i pomodori spezzettati con una forchetta. Fate cuocere 5 minuti a fuoco vivace, togliete l'aglio, aggiungete un bicchiere d'acqua, abbassate la fiamma e cuocete per una mezzoretta.
Gli spaghetti vanno scolati al dente: io, per non saper né leggere né scrivere, tolgo 2 minuti al tempo di cottura indicato sulla confezione. 
Buttateli nella padella del sugo, aggiungete il basilico e fate amalgamare bene.

Come vino direi un Prosecco di Valdobbiadene, ma ci sta benissimo anche un rosso: con un Chianti classico non si sbaglia mai.

Viva la Repubblica.


Vincenzo

venerdì 29 maggio 2009

Il nocciolo della questione (4)


Youngstown



                                                    La raffineria Saras di Sarroch, Cagliari - Ansa


Martedì pomeriggio sono morti tre operai mentre lavoravano in una raffineria vicino Cagliari.
Come troppo spesso accade i sistemi di sicurezza erano inadeguati.
La stampa ne ha parlato molto: un po' per il numero delle vittime e un po' per la notorietà della famiglia proprietaria dell'impianto industriale.

La ricerca del profitto, la voglia di guadagnare, la sete di ricchezza sono ambizioni umane più che legittime: sono il volano che spinge le persone a lavorare, a impegnarsi e, in definitiva, a migliorarsi. 
L'uomo, però, se viene lasciato libero di seguire i sui sogni di ricchezza, se viene lasciato libero nel "mercato", tenderà a mettere il profitto in cima ai suoi pensieri a discapito di tutti gli altri valori. 
Una società civile non dovrebbe permettere che sull'altare del profitto venga sacrificata la vita umana. 
Non c'è scitto da nessuna parte che un uomo si debba arricchire oltre ogni limite, oltre lo spendibile, oltre il ragionevole.

Youngstown è una delle più belle canzoni di Bruce Springsteen.
Parla del glorioso passato e del tragico presente dei lavoratori siderurgici di una cittadina dell'Ohio: orgoglio per aver prodotto l'acciaio con cui è stata costruita l'America e umiliazione per la perdita del lavoro e dell'identità causate dalle delocalizzazioni produttive.
C' è una strofa che dice:

"La storia è sempre la stessa
Settecento tonnellate di metallo al giorno
Ora signore, mi dici che il mondo è cambiato
Un tempo ti ho fatto molto ricco
Talmente ricco che ti sei dimenticato il mio nome".

Ecco, per una volta sarebbe bello cambiare la storia: dimenticare il nome della famiglia ricca e ricordare i nomi di chi l' ha resa così ricca.

Daniele Melis.
Bruno Muntoni.
Luigi Solinas.


Vincenzo

 

lunedì 25 maggio 2009

L'ultimo degli Invincibili


                                                                           Paolo Maldini

Avvenimenti a segnare un prima da un dopo,  come pietre miliari, come spartiacque.

Ieri ultima partita a San Siro di Paolo Maldini.
Nils Liedholm lo fece debuttare in serie A il 20 gennaio 1985. 
In questo arco di tempo ha vinto cinque coppe dei campioni, sette scudetti, cinque supercoppe europee, tre coppe intercontinentali, cinque supercoppe italiane, una coppa italia: sempre con la maglia rossonera.

Bene così...

Vincenzo


venerdì 22 maggio 2009

Il nocciolo della questione (3)


God save the Queen


                                                                                                              Winston Churchill


Winston Churchill fu primo ministro conservatore durante la seconda guerra mondiale e portò l'Inghilterra alla vittoria contro le potenze dell'Asse. 
In qualsiasi altro paese, con credenziali del genere, sarebbe rimasto primo ministro a vita: nelle elezioni del luglio 1945, invece, gli inglesi pensarono che Churchill fosse un Premier da periodo di guerra, non da periodo di pace, e quindi elessero il candidato laburista.

Questo piccolo aneddoto dice molto sulla mentalità inglese e credo ci aiuti a capire meglio le due notizie di cui voglio parlare oggi che ci arrivano, appunto, dall'Inghilterra.

La prima è una notizia che sta a cavallo fra l'attualità politica e la storia: si è dimesso lo Speaker di Westminster. E' la prima volta in 400 anni.
Il terremoto che ha portato alle dimissioni della terza carica dello stato, dopo la Regina e il Premier,  è stato provocato da un'inchiesta del Daily Telegraph che ha portato a conoscenza dell'opinione pubblica gli abusi sui rimborsi spese di cui hanno diritto i parlamentari britannici.
Si è scoperto che alcuni parlamentari si sono fatti rimborsare la costruzione della piscina, altri quella del campo da tennis. Sono venuti fuori rimborsi per cene al ristorante, spese al supermercato, acquisti di tavolette di cioccolata e di scatole di assorbenti Tampax: tutte cose che con l'attività parlamentare c'entrano poco.

Sapendo che i nostri deputati guadagnano il doppio dei colleghi d'oltremanica, aggiungendo che nel nostro parlamento siedono 18 condannati in via definitiva e 62 indagati, sommando tutte le prebende, tra cui i portaborse profumatamente retribuiti, di cui godono i nostri onorevoli,  a noi italiani queste scorrettezze britanniche sembrano delle bagianate. 
Gli inglesi, invece, si sono incazzati come le bestie: la furia popolare ha portato, finora, alle dimissioni dello Speaker, di un ministro, di due membri della camera dei Comuni ed alla messa sotto inchiesta di due membri della camera dei Lord.
Molti osservatori prevedono che il Labur, il partito oggi al governo, riceverà una batosta epocale alle prossime elezioni europee.

L'altra notizia di cui voglio parlare ci riguarda più direttamente: sono state depositate le motivazioni della sentenza con cui è stato condannato per corruzione in atti giudiziali l'avvocato Mills. In pratica il legale inglese ha intascato 600.000 dollari per testimoniare il falso in un processo, così da proteggere Silvio Berlusconi e la Fininvest dalle accuse loro mosse. 
Inutile ricordare che il nostro premier ha evitato il processo tramite il "lodo Alfano".
Ora, che il Berlusca abbia iniziato a gridare al complotto, a insultare i soliti giudici comunisti, a spergiurare che lui quell'avvocato inglese non lo conosce nemmeno, non dovete certo scoprirlo in questo blog: lo dicono tutti i tg! 
Quello che i telegiornali non dicono, invece, è la notizia nuda e cruda, la notizia che ha portato alla sentenza, una notizia che nasce in Inghilterra.

Nel 2004 David Mills, legale di Berlusconi in Inghilterra, terrorizzato dall'idea di poter essere indagato per evasione fiscale ( non ridete, indagato dal fisco britannico!!!) scrive una lettera al proprio fiscalista per spiegargli l'origine di 600.000 dollari che sono finiti sul suo conto. 
" Io mi sono tenuto in stretto contatto con le persone di B. e loro conoscevano la mia situazione... Sapevano bene che il modo in cui avevo reso la mia testimonianza (non ho mentito ma ho superato curve pericolose, per dirla in modo delicato) aveva tenuto Mr B. fuori da un mare di guai nel quale l'avrei gettato se solo avessi detto tutto quello che sapevo".
Questo scriveva Mills al fiscalista il quale, temendo di essere indagato per complicità in un reato ( non ridete, si parla di avvocati, commercialisti e autorità inglesi, non italiane!!!) passa la lettera alla magistratura britannica, la quale la trasmette a quella italiana. 

Complotto internazionale, verrebbe da dire...  ma dare dei comunisti ai giudici di Sua Maestà sarebbe troppo, of course.

Vincenzo
 


lunedì 18 maggio 2009

Tipi da parco

                                          Luca Manieri - Parco Naturale del Monte San Bartollo, Marche


Giorni fa, correndo nel mio solito parco, mentre ripensavo alle mie prime stentate, sofferte e un po' penose corsette dell'anno scorso,  mi sono ritrovato a studiare le persone che incrociavo, i runners "nuovi", quelli che non si vedono d'inverno.

La primavera infatti, oltre ai primi caldi, porta con sé la voglia di relax, la voglia di vacanze, la voglia di mare.
E la voglia di mare porta con sé il ricordo che il bagno si fa in costume. Come d'incanto molte persone si accorgono di avere la pancietta, si vedono sovrappeso, si sentono fuori forma e decidono, quindi, di correre ai ripari: decidono di correre! 

Ecco, allora, le graziose ragazze che si legano la felpa in vita: presumibilmente lo fanno per non farsi guardare il sedere da loro giudicato grosso.

Ci sono poi quelli che se fanno una cosa la vogliono fare bene e quindi sono andati da Decathlon e ci hanno lasciato mezzo stipendio: scarpe Asics ultimo modello, maglia Adidas super tecnologica e traspirante con calzoncini in tinta, i-Pod nuovo, cappellino Nike, occhiali fate voi cosa... ma di gran marca!  

Poi c'è quello che è convinto, chissà perchè,  che più si suda e più si dimagrisce: sotto il sole cocente si mette il k-way rischiando la disidratatzione!

Simpaticissime sono quelle che io chiamo "le profumate". Sono ragazze non particolarmente veloci, ma comunque atletiche: quando le incroci evitano attentamente di scambiare uno sguardo, in compenso, però, ti lasciano nel naso una scia di profumo che tramortisce.

L'anziano: lo guardi e lo invidi: non certo per l'età, ma per la voglia e la costanza che mette nella corsa.

Il giovane atleta: corre al parco solo nella bella stagione, pratica uno sport anaerobico, è senz'altro in forma e questo lo porta alla sfida: solitamente rimane scornato sulle lunghe distanze.

L'obeso. Un po' fa rabbia, un po' fa pena, molto fa simpatia. Il medico gli ha detto: "la dieta non basta, serve movimento" e lui si è infilato le scarpette. Chiaramente cammina, ma l'essere al parco è già una vittoria.

La coppia di fidanzati. Solitamente il runner è lui: lei è stata trascinata a correre e non fa nulla per nascondere la fatica e il disappunto.

Quello che corre col cane e quello che corre seguendo l'amico che va in bici, quello che corre da solo e quello che corre in gruppo, quello che va forte e quello che va piano...

Che bello correre: nell'attimo in cui tutt' e due i piedi sono staccati da terra, sembra di volare.

Vincenzo

mercoledì 13 maggio 2009

Il nocciolo della questione (2)


Apartheid, che ridere


                                                               Apartheid sui mezzi pubblici - Johannesburg, 1982                                                                                                                             

Tutto avrei potuto immaginare, tranne di dover un giorno rimpiangere il sindaco Pillitteri.

Andiamo con ordine: la notizia che voglio commentare oggi risale a settimana scorsa. 
E' la proposta di Matteo Salvini, capogruppo della Lega Nord nel consiglio comunale di Milano, nonchè deputato della Repubblica, di riservare dei posti sui mezzi pubblici ai milanesi.
Così da tenerli separati dagli extacomunitari.

L'idea di Salvini, non originalissima in verità, qualcosa avevano sperimentato in Sud Africa ai tempi dell'apartheid, è stata così sopra le righe da provocare un quasi unanime sdegno. 
Dico quasi perchè qualche importante voce che ha voluto minimizzare il fatto c'è stata: il solito Berlusconi, che ha parlato di "provocazione" e il sindaco di Milano, Letizia Moratti, che ha parlato di una "battuta". 
Una battuta: quindi dovrebbe far ridere. 
Questo spensierato buonumore del sindaco mi ha fatto tornare in mente un fatto capitato in città nel 1991. 

Vicino al deposito mezzi dell'atm di viale Palmanova si era insediato un campo di extracomunitari. Ben presto la convivenza fra gli stranieri e i tranvieri si fece tesa e quest'ultimi, spalleggiati da un sindacato autonomo, indirono uno sciopero chiedendo lo spostamento del campo. 
Il sindaco Pillitteri, dopo tre giorni di sciopero selvaggio che aveva quasi messo in ginocchio la città, si recò nel deposito per parlamentare con gli autisti, ma lì, parole sue, "fui accolto con un volantino che diceva, tra l' altro, stop ai vu' cumpra' , comincia la lotta per la pulizia civile".
Leghisti della prima ora, verrebbe da dire.
Nacque una rissa verbale memorabile, epica, bellissima.


Fra i molti  insulti, il Pilli gridò ai tranvieri: "Sporchi fascisti, squadristi, nazisti, razzisti, barboni, pezzenti, siete la vergogna di Milano, straccioni, siete uno pseudo sindacato. Siete la vergogna della classe operaia".

Ora, scacciando la tristezza che viene a sentire un socialista, o presunto tale, che dà dei barboni, straccioni e pezzenti a degli operai, quello che salta all'occhio è l'uso dei termini "fascista" e  "razzista" a mo' di insulto. 
Fino a non motli anni fa avevamo un sindaco che pensava di offendere il suo interlocutore dandogli del razzista. 

Oggi abbiamo la Moratti, che non solo accetta di avere Salvini nella sua maggioranza, ma che trova anche divertenti le sue proposte. 
Pardon, le sue battute.



                                                                                                          Cape Town, 1982                                                                                                                                                                                                                                                                                                   
Vincenzo







lunedì 11 maggio 2009

Reminiscenze da teenager

                                                  Samantha Fox, icona sexy anni '80


Gente, ho letto una notizia e mi si sono strabuzzati gli occhi, ho avuto una mezza sincope, ho perso il sonno per tre giorni... meno male che dormivo la notte!!!

Samantha Fox si sposa.
E con chi si sposa? Con una donna. 
E non è un colpo di fulmine, è il coronamento di una storia d'amore che va avanti da anni.

Mi sono sentito deluso e preso in giro: ma come, un'icona sexy anni '80, una delle prime maggiorate del mondo dello spettacolo, una che cantava "touch me". Una che spopolava sulle copertine di Cioè, Bliz e compagnia bella, una che era diventata il sogno erotico di milioni di ragazzini, fra cui il sottoscritto, mi ha preso in giro?!?
Non voleva essere toccata da noi maschietti?!?

E' proprio vero: non ci si può fidare di nessuno....

Auguri, Samantha!

Vincenzo

Qui Samantha Fox in touch me:

mercoledì 6 maggio 2009

Il nocciolo della questione (1)

Piccola premessa.

Inauguro la prima rubrica del blog: il nocciolo della questione. 
Raccontava Indro Montanelli che anche durante il Ventennio, quando imperava il Minculpop, se un cittadino voleva informarsi, con un po' d'impegno, leggendo fra le righe dei quotidiani, incrociando le informazioni ci riusciva in modo accettabile.
Oggi non viviamo in un regime, ci mancherebbe... anche se lo pensassi non lo direi, verrei preso per matto. E però, l'informazione assomiglia sempre più alla disinformazione e il rischio di andar fuori strada è sempre presente.
Questa rubrica vorrebbe mettere sulla strada giusta, vorrebbe far parlare dei problemi veri, vorrebbe essere uno strumento per evitare di essere presi per il naso.
Questa rubrica vorrebbe far guardare alla luna e non al dito che la indica.
Come diciamo a Milano... "sperem"...


Lo specchio


                                    Belen Rodriguez: modello per molte ragazze

L'onore di aprire la nuova rubrica non poteva che andare alla notizia che ci ammorberà nelle prossime settimane, se ci andrà bene: la separazione di Veronica Lario da suo marito, il nostro benamato premier Silvio Berlusconi.
Tranquilli, non vi voglio tediare col riepilogo dei fatti, con domande se ha ragione lui quando dice che pretende le scuse dalla moglie... perchè lui non va con le ragazzine!... o se ha ragione lei che non ce la fa più, che dice che "non sta bene", che "va con le minorenni"... dopotutto Noemi, la minorenne appunto, non ha dichiarato che lo ha incontrato a Roma e a Napoli?

Noemi, di lei vorrei parlare. La vera vittima, trattata da molti mezzi d'informazione come una donna adulta, come un'ammaliatrice, come una donna di spettacolo, come una puttanella.
La generazione dei miei genitori, quella che oggi ha superato i sessant'anni, magari a diciott'anni era già sposata con figli; oggi no, a diciott'anni si è ancora bambini. E quindi io Noemi la vedo come una vittima inconsapevole.
Una vittima dei disvalori della società, una vittima di un modo distorto di vedere la vita da parte di molti adulti. Il problema vero è lei, sono le nuove generazioni che rischiano di essere rovinate. Berlusconi è già perso! 
Ho letto un'intervista agghiacciante al padre della ragazza: alla domanda se non trovava inopportuno aver permesso alla figlia di fare un book fotografico "da adulta" per poi inviarlo, tra gli altri, al presidente del consiglio, ha risposto " mia figlia ha sempre avuto il sogno di sfondare nel mondo dello spettacolo... che male c'è?".
Già, che male c'è? 
Ho l'impressione che per un gran numero di italiani l'avere successo, il diventare ricchi, il diventare famosi sia più importante dell'avere una buona istruzione, un lavoro onesto, dei principi in cui credere. Sia più importante dell'onestà.
Credo che il nocciolo della questione, quello di cui varrebbe la pena parlare,  è che una grossa fetta della società italiana è marcia. Il nostro premier, con le sue tv, ne è lo specchio nemmeno troppo deformato.

Vincenzo 

lunedì 4 maggio 2009

La difficile arte del saper apprezzare



                                  Ibrahimovic zittisce i tifosi dopo il goal segnato alla Lazio


Erano diversi anni che non andavo a San Siro a vedere una partita di calcio: sabato sera, da buon milanista, sono andato a vedere Inter - Lazio.

Prima di entrare nello stadio mi concedo un paio di birrette col collega che mi accompagna e mi guardo un po' attorno. 
I venditori di panini con la salamella fanno affari d'oro, così come le bancarelle di sciarpe, magliette e bandiere. 
I carabinieri si annoiano, rassicurati dal gemellaggio fra le due tifoserie, mentre gli stewart all'ingresso lavorano di buona lena.
Mi colpisce la presenza di molti bambini: vestiti dai genitori coi colori del cuore, trasmettono quel genuino entusiasmo che diverrà un bel ricordo e un gran rimpianto quando saranno adulti.

Il colpo d'occhio sugli spalti quando le squadre entrano in campo è molto bello: posti quasi tutti occupati e gran sventolio di bandiere. Siamo in curva sud, di fronte agli ultras dell'Inter: una posizione privilegiata per apprezzare la coreografia che hanno preparato. E' un omaggio a Gabriele, il tifoso della Lazio ucciso nel novembre 2007 da un colpo di pistola esploso da un poliziotto sull'autostrada. 
Fra i molti striscioni mi colpisce uno in particolare: "giornalisti sciacalli".

Inizia la partita e il mio collega, rendendosi evidentemente conto della mia impreparazione, rinuncia a scambiare pareri tecnici con me per intavolare un discorso da vero tifoso con il suo vicino di posto. 
Il match non offre grandi emozioni, ma io mi diverto ugualmente. Certo, rimango seduto e un po' in imbarazzo quando quasi tutti nello  stadio si alzano e saltando cantano "chi non salta milanista è" e rimango un po' perplesso quando iniziano a gridare "milanista pezzo di merda"... mi consolo costatando che il mio collega, simpaticamente, evita di unirsi al coro.
Per sfogarmi un po' e per intonarmi al sentire generale mi unisco ai canonici insulti all'arbitro, ma c'è da dire che il mio classico "arbitro cornuto" mi fa sembrare quasi un Lord inglese e, allora, aggiungo un bel "arbitro bastardo".

L'Inter non gioca bene, anzi, gioca maluccio e intorno a me iniziano le critiche alla squadra: Figo è un vecchio e non salta più l'uomo... Ibrahimovic si guarda la partita dal campo, è un mercenario e se ne deve andare... Mourinho non sa mettere la squadra in campo... Santon non deve giocare a destra... e chi più ne ha più ne metta. 
Considerando che la squadra è prima in classifica con 7 punti sulla seconda e che, mancando solo 5 giornate alla fine del campionato, difficilmente perderà lo scudetto, le giudico critiche ingiuste, esagerate, troppo severe.
Ma il tifoso interista è così: ipercritico, mai contento, perennemente insoddisfatto e, quindi, alla fine del primo tempo fischia sonoramente la propria squadra.

Nel secondo tempo, dopo un paio di sostituzioni azzeccate da parte dell'allenatore, Ibra segna e, platealmente, porta l'indice alla bocca per zittire il pubblico.
Questo gesto del campione svedese ha fatto molto clamore, i giornali del giorno dopo ne hanno parlato molto.
Il pubblico ha sempre ragione o, a volte, quando esagera, il giocatore ha il diritto a ribellarsi ad una critica che trova ingiusta?

Il cercare di migliorarsi è una caratteristica umana, è la caratteristica che ha permesso all'uomo di evolversi, di progredire, di fare nuove scoperte e di compiere nuove invenzioni che hanno migliorato la nostra vita quotidiana.
Credo, però, che se ci focaliziamo solo al volerci migliorare, al voler progredire, al cercare la perfezione rischiamo di non godere dell'oggi, dei risultati che abbiamo conseguito.
Rischiamo di non vedere il bello che c'è intorno a noi nel presente.

Aspettando di capire qual'è l'alchimia giusta per conciliare l'ambizione di miglioramento al saper godere di quello che si ha, faccio i complimenti all'Inter per lo scudetto... ( ma chi ci crede???).


Vincenzo

p.s. La partita è finita 2-0 per l'Inter.



sabato 25 aprile 2009

- 25 aprile, festa della Liberazione -

La Storia e la storia del vicino svalvolato 


Esperti italiani nell'URSS. 
- "Strano: assomiglia molto alla nostra più diffusa qualità di grano".      
- "Forse dipende dal fatto che qui c'era un cimitero di guerra italiano".
                                                                     Giovannino Guareschi, 1959    
 

Qualche giorno fa ho messo in moto la macchina e l'occhio mi è caduto sulla spia della benzina.
Credevo di avere il serbatoio pieno e invece ero quasi in riserva: oltre all'auto si è acceso un ricordo.

Quando ero bambino nel palazzo in cui vivevo coi miei genitori abitava una coppia di coniugi che aveva più o meno l'età dei miei nonni.
Lei, che parlava volentieri in milanese,  era bassa, coi capelli candidi, sempre pettinata e sorridente.
Lui, alto e stempiato, sorrideva poco. 
E faceva discorsi strani.

Questo signore, fra le altre cose, raccontava che c'era qualcuno che la notte gli prendeva l'auto, la usava e poi la rimetteva a posto. 
Lui se ne accorgeva perchè vedeva che c'era meno benzina nel serbatoio...
A me sembrava che in questo discorso ci fosse qualcosa di stonato: come faceva il ladro, dopo aver girovagato tutta la notte, a ritrovare sempre libero lo stesso parcheggio da cui aveva preso la macchina? 

Il mio vecchio vicino di casa aveva ottimi motivi per essere un po' svalvolato: era un reduce della campagna di Russia!

Solo l'ignoranza, la presunzione, l'ottusità, il disprezzo per la vita umana possono spiegare, in parte, i motivi che spinsero Mussolini ad inviare in Russia un corpo di spedizione militare da affiancare ai tedeschi nella folle speranza di conquistare l'Unione Sovietica. 
Il nostro esercito era totalmente inadeguato e impreparato per partecipare ad una guerra moderna.
Le nostre armi, il nostro equipaggiamento, i nostri mezzi di trasporto erano inadatti per affrontare delle battaglie di movimento.

Nel marzo del 1943, dopo quasi due anni di guerra, i resti di quella che era stata l'armata di Russia vennero rimpatriati e si fecero i primi calcoli delle vittime.
Su duecentoventimila uomini ne mancarono all'appello centomila: trentamila morirono in combattimento o di stenti e settantamila furono fatti prigionieri durante la nostra disastrosa ritirata.

I sovietici non furono benevoli con l'invasore.
I nostri connazionali fatti prigionieri, con marce forzate al gelo e lunghi viaggi in carri bestiame, furono inviati nei campi di concentramento. 
Dalle violenze subite e dalle epidemie di tifo e dissenteria se ne salvarono solo diecimila. *

Buona festa della Liberazione.

Vincenzo

*Per le fonti sulle nostre perdite mi sono basato sui dati dell' U.N.I.R.R. 
Unione nazionale italiana reduci di Russia.


lunedì 20 aprile 2009

L'ape



 Girl with a Bee Dress - Maggie Taylor, 2004




Hai mai visto volare un'ape?
destra
sinistra
con grazia, si appoggia
lentamente, si disperde

Hai mai visto volare un'ape?
alto 
basso
si avvicina, ti spaventi
si allontana, la guardi

Hai mai visto volare un'ape?
tocca terra
bacia i fiori
punge anche
tocca il cielo

Hai mai visto volare un ape?


Vincenzo

lunedì 13 aprile 2009

Requiem per un'edicola


                                                                          Edicola votiva a Sutera, Caltanisetta


Se ho bisogno di una farmacia, di un negozio di scarpe o di vestiti, di una libreria o di un fruttivendolo, di una macelleria o di una gelateria... se ho bisogno di un qualsiasi negozio mi servo nel primo che capita.
L'edicola, però, per me non è un negozio: è un luogo dell'anima... e del portafogli: fra quotidiani, fumetti, settimanali e mensili ogni anno ci lascio un patrimonio. Tutti soldi spesi benissimo, chiaro.
Detto questo si capisce perchè amo avere un'edicola di riferimento.

E detto questo si capisce il mio sgomento quando mi sono accorto che com'erano arrivati, se ne sono andati: all'improvviso.
Sto parlando dei miei cari edicolanti.

Lui era un uomo di una sessantina d'anni, alto e spigoloso, logorroico e preparato nel suo mestiere. Era capace di tenerti in negozio mezz'ora a parlarti del nulla.
Lei era un'algida donna sui cinquantacinque anni. Sempre curata nell'aspetto, timida e poco ciarliera. Molto educata.

Come spesso accade, quando fai una confidenza a qualcuno quello poi si sente come in dovere di ricambiare. Fu così che la signora dell'edicola mi raccontò un po' di loro: della figlia ventenne tifosissima del Milan, del bambino filippino che loro trattavano come fosse un nipote, di quando avevano in affitto un'edicola in piazza Cavour... tanto lavoro ma tanta soddisfazione e molto incasso. Di come poi, dopo la vendita da parte della proprietaria, si spostarono, sempre in affitto, sotto casa mia.

Qualche tempo fa capii che c'era qualcosa che non andava, che stavano sbaraccando.
Chiesi lumi all'edicolante. Lui, solitamente chiacchierone, mi rispose a mezze frasi, con gli occhi bassi.
Non volli approfondire.

Nella gestione dell'edicola è subentrata, pochi giorni fa, una coppia di sudamericani: l'idea che mi sono fatto è che lasciano un margine di ricavo maggiore sul venduto al proprietario.
Questi ragazzi non sanno parlare bene l'italiano (cosa disastrosa per chi vende carta stampata), chiudono presto e non amano il loro lavoro, si vede.

Devo cercarmi un'altra edicola.

Vincenzo.

lunedì 6 aprile 2009

Masochismo


Un po' di masochismo è insito nella natura umana.
Azioni le cui conseguenze sappiamo ci faranno soffrire, le compiamo ugualmente. 
Domande le cui risposte sappiamo ci faranno del male, le poniamo comunque.

Ieri mattina, verso le 11,30, è squillato il telefono di casa.
Era una mia zia che voleva salutarmi.
Dopo un po' che parlavamo, mi è sorta un' irrefrenabile, pericolosa, masochistica curiosità.
Sapevo che non dovevo farlo, che avrei sofferto, che mi sarei pentito... ma è stato più forte di me!

Le ho chiesto: " Zia, cosa stai cucinando di buono?". 
Lei: " Ma niente, Massimo, veramente niente di particolare...
Ho fatto i tortellini al ragù... che dopo passo al forno per gratinare.
Poi avevo degli asparagi selvatici... faccio una piccola frittata.
E poi un po' di salsiccia nostrana... arrosto.
Niente di particolare".

Ho sofferto come una bestia... e non ho avuto il coraggio di confidarle che avrei mangiato un piatto di pasta in bianco!

Vincenzo

lunedì 30 marzo 2009

Che male vi Fo?

                                                                                                                                                                                                                         Marina Massironi e Antonio Catania


Fuori, su una panchetta, militanti un po' attempati del "partito comunista dei lavoratori" raccolgono le firme per presentarsi alle prossime elezioni amministrative: hanno l'aria di non crederci nemmeno loro.
I senegalesi, invece, sono più giovani e combattivi: hanno in mano i soliti libri, ti chiamano "amico" e cercano di venderteli... prima invocando la cultura, poi un più realistico bisogno di aiuto.
La gente arriva alla spicciolata: molti anziani, qualche persona di mezza età, pochissimi giovani.
Le hostess all'entrata sono giovani, carine ed efficienti: raccolgono le prenotazioni e consegnano i biglietti d'ingresso.
La struttura è bella, spaziosa, pulita.
Le poltrone si riveleranno non comodissime, con poco spazio per le gambe.
L’ acustica risulterà ottima.

Il Piccolo Teatro di Milano è un lascito di quando in città imperava Bettino Craxi e la sua corte: fu costruito fra gli anni '80 e '90, dopo mostruosi allungamenti dei tempi e dei costi di costruzione.
I più maliziosi tra noi sospettarono che il tirare alla lunga i lavori nascondesse lo spartirsi di tangenti tra uomini politici.
Alcuni pubblici ministeri, senza dubbio "toghe rosse", avendo gli stessi sospetti arrestarono e fecero mandare a processo l'allora sindaco Pillitteri (casualmente cognato di Craxi).
Siamo grati ai giudici di Cassazione, evidentemente non delle toghe rosse, che hanno assolto definitivamente l'ex sindaco socialista.
Il fatto non sussiste.


Con la lievità datami dall' avere scoperto di non essere stato amministrato per un decennio da un malfattore, qualche giorno fa sono andato al Piccolo per vedere la commedia di Dario Fo "Sotto paga, non si paga".

Lo spettacolo, scritto nel 1974, torna oggi di grossa attualità: un gruppo di donne della periferia milanese, esasperate dai continui rincari dei prezzi, decide di fare la spesa e pagarla quello che loro ritengono il giusto: metà prezzo.
Da qui nasce una commedia degli equivoci dove si ride spesso ma si ride amaro.
Una commedia dove i protagonisti sono giovani donne precarie, poliziotti frustrati, operai cassintegrati, persone indebitate.
Bellissima una battuta: “fare gestire i prestiti alle banche è un po’ come far gestire una banca del sangue a Dracula”.
Le banche, i politici, gli imprenditori senza scupoli, i potenti in genere sono sullo sfondo e sono molto sbeffeggiati.
E lo sbeffeggio del potere, pratica ormai in via d’estinzione in Italia, fa tornare alla mente le motivazioni con cui, nel 1997, fu assegnato a Fo il premio Nobel per la letteratura.

" Figura preminente del teatro politico che, nella tradizione dei giullari medievali, ha fustigato il potere e restaurato la dignità degli umili".

Dallo spettacolo sono uscito soddisfatto e deluso.
Soddisfatto per la magia del teatro, per la bravura degli attori, per la bellezza della commedia, per i temi trattati.
Deluso per la consapevolezza che questi spettacoli non arriveranno mai al grande pubblico ormai assuefatto ai reality show trasmessi dalla tv.

Vincenzo