lunedì 25 ottobre 2010

Domenica: pollo al forno con patate




Well, I woke up Sunday morning 
With no way to hold my head that didn't hurt. 
And the beer I had for breakfast wasn't bad, 
So I had one more for dessert. 
Then I fumbled in my closet through my clothes 
And found my cleanest dirty shirt. 
Then I washed my face and combed my hair 
And stumbled down the stairs to meet the day. 

I'd smoked my mind the night before 
With cigarettes and songs I'd been picking. 
But I lit my first and watched a small boy 
Playing with a can that he was kicking. 
Across the empty street 
And caught the Sunday smell of someone frying chicken. 
And it took me back to something that I'd lost 
Somewhere, somehow along the way. 

On a Sunday morning sidewalk, 
I'm wishing, Lord, that I was stoned. 
'Cause there's something in a Sunday 
That makes a body feel alone. 
And there's nothing short a' dying 
That's half as lonesome as the sound 
Of the sleeping city sidewalk 
And Sunday morning coming down. 

In the park I saw a daddy 
With a laughing little girl that he was swinging. 
And I stopped beside a Sunday school 
Listened to the songs they were singing. 
I headed down the road, 
Somewhere far away a lonely bell was ringing, 
And it echoed through the canyon 
Like the disappearing dreams of yesterday. 

On a Sunday morning sidewalk, 
I'm wishing, Lord, that I was stoned. 
'Cause there's something in a Sunday 
That makes a body feel alone. 
And there's nothing short a' dying 
That's half as lonesome as the sound 
Of the sleeping city sidewalk 
And Sunday morning coming down.


Kris Kristofferson,  Johnny Cash.


Vincenzo

mercoledì 13 ottobre 2010

La morte negli occhi


   ©Giuliano Koren 


E speriamo che ora riposino veramente in pace i quattro ragazzi morti in Afghanistan: dopo il fracasso della bomba che li ha dilaniati, dopo il fracasso dei funerali di Stato, dopo il fracasso dei giornalisti, dei politici, degli alti comandi, dei cinici e dei puri.

E speriamo che ora riposino in pace: nelle loro bare avvolte nella Bandiera, dopo gli onori e dopo le lacrime di coccodrillo.
Si è letto di tutto, si è udito di tutto, ma come non essere d'accordo con quello zio di una vittima che si è rivolto al Ministro della difesa dicendogli "ora godetevi lo spettacolo"?

La chiamano missione umanitaria invece di chiamarla guerra; li chiamano soldati volontari invece di chiamarli soldati lavoratori.

Giovani uomini che per un lavoro ed un salario accettano di indossare una divisa e di rischiare la vita, come migliaia di altri uomini che tutti i giorni in Italia accettano di lavorare senza tutele di sicurezza nelle fabbriche e nei cantieri.

Ogni giorno morti, ogni giorno vedove e orfani.
Per un lavoro, per un salario.
Con la morte negli occhi.

Vincenzo









domenica 26 settembre 2010

Esondazioni straripanti

(Fotogramma)


Esondare.
E' esondato il Seveso.
Ennesimo esondamento del Seveso.
Non capisco perché i giornali e le televisioni si siano presi 'sta cotta per la parola "esondare"!

Non é più bella "straripare"? Sì, dai, é molto più bella.
E allora: per la millesima volta a Milano é straripato il Seveso!
E io son contento.

Certe cose non cambiano mai, ci tengono compagnia nello scorrere della vita e anche se fastidiose ci sembrano familiari e amiche.
Ed é per questo che spero che il sindaco di Milano non risolva questo piccolo, riottoso e bagnato problema.


Vincenzo

martedì 21 settembre 2010

Talento garbato



E adesso che anche lei, Sandra, ci ha lasciati lo possiamo dire: ci mancherete.

La televisione, per molti versi un oggetto infernale, che aliena la vita familiare limitando i dialoghi, che impone modelli di vita consumistici, che veicola il consenso politico tramite la manipolazione dell'informazione, per altri versi è un oggetto utile: qualche buon film, un po' di sport e qualche programma simpatico e leggero.
Pochi programmi simpatici e leggeri, in verità, ma non facciamo polemiche.

E' strana la televisione, perché ti fa "conoscere" delle persone, perché ti porta "in casa" dei personaggi... che poi non conosci, chiaro, ma ci siamo capiti.

Sandra e Raimondo in qualche modo ci hanno visti bambini e ci hanno visti diventare uomini.
E noi li abbiamo visti adulti che sono invecchiati bene.
Sempre garbati, mai sopra le righe, mai volgari. Ironia tanta, a volte anche comicità.

E' facile cadere nella retorica anti modernista, ma certe cose vanno dette: guardando le presunte nuove star televisive si ha una grande, grande nostalgia del passato.
E una grande nostalgia di chi non c'è più.

Sandra e Raimondo, ci mancherete!


Vincenzo

giovedì 2 settembre 2010

Castelli di sabbia nella notte




Castelli di sabbia nella notte
Tra gli ulivi argentati e immobili
Sarai il loro Re se avrai il coraggio di ascoltarli
Diventeranno la tua prigione se la paura avrà il sopravvento

Castelli di sabbia nella notte
Tra la terra grassa e rossa
Il sortilegio si spezza con la volontà
La chiave rovesciata apre i cancelli del cuore

Girini come spermatozoi zampillano inconsapevoli
Mentre i castelli di sabbia
Si sbriciolano al primo sole del mattino
Lasciando campo libero all'incantesimo della realtà


Vincenzo

lunedì 28 giugno 2010

Insegnami a ballare



Il caldo è arrivato, le zanzare si fanno sentire e il gelato alla menta non mi fa impazzire. 
"Ci vuole un po' di pazzia, se no non potrai mai spezzare la corda ed essere libero".




Il governo greco, per saldare i debiti, ha deciso di mettere in vendita alcune isole.
Non sono greco, ma sono incazzato come una belva.


Vincenzo

giovedì 10 giugno 2010

Fertile illusione




Dagli alpeggi della val d'Ossola il ricordo dei Partigiani scende a valle per sedimentarsi in un ceppo.

E il dolore è velato, la fanciullezza pura e maliziosa, il moto perpetuo nasconde irrequietezza.

Il merlo continua incessantemente a fischiare la sua speranza.
E non è detto che Pedro finisca i suoi giorni in catene.

E' ora di godersi il viaggio senza pensare alla meta: possederti è una fertile illusione.



Vincenzo

mercoledì 5 maggio 2010

Approssimandosi al baratro




Atene. Manifestanti assediano il Parlamento greco per protestare contro il piano di austerity voluto dal governo che fa pagare il conto della crisi alle fasce sociali più deboli.


Una notizia, all'apparenza secondaria, mi ha colpito, infastidito e incupito.

Nei giorni scorsi, in commissione lavori pubblici del Senato, è stato approvato un emendamento proposto da Senatore Cosimo Gallo che prevedeva la non sottrazione dei punti sulla patente per gli autisti che commettono infrazioni stradali con auto di servizio istituzionali. Le auto blu, per capirci.
Il Senatore, per giustificare la norma, ha dichiarato che "spesso è il politico a chiedere all'autista di accelerare, magari perché l'aereo è arrivato in ritardo e c'è un appuntamento importante".

Rimango interdetto. Sarò ingenuo e moralista, ma mi chiedo: tu, Senatore della Repubblica, che sei stato votato e sei pagato coi soldi pubblici per fare le leggi e quindi dovresti rispettarle, proponi una legge che permette ad un tuo "sottoposto" di infrangere le norme senza danni?

Oggi ho letto che l'emendamento è stato soppresso, ma l'amarezza rimane.

Possibile che siamo governati da persone così sfacciatamente distanti dai problemi reali?
Possibile che non si rendano conto, non ci rendiamo conto, che il baratro è una possibilità concreta?

Vincenzo



mercoledì 21 aprile 2010

Onore al toro!

Arturo Macias colpito dal toro il 13 aprile a Siviglia.


Aprile dolce dormire e ne avrà di tempo per sonnecchiare Arturo Macias, il giovane torero messicano incornato nella Plaza de Toros di Siviglia lo scorso martedì.
E avrà anche tempo, nel letto della clinica del "Sagrato Corazon", per ringraziare la Madonna di non aver permesso alle corna del toro dell'allevamento dei Palha di recidergli l'arteria femorale.
Il baldo messicano se l'è cavata, si fà per dire, con due profonde ferite nell'interno coscia: una di dieci e l'altra di venti centimetri.

A volte vince il toro.
Per questo tutti possiamo vincere. Prima o poi.

Onore al toro e auguri ad Arturo.


Vincenzo

giovedì 8 aprile 2010

Aspettando le sue foglie



Un albero ad inizio primavera

Che si staglia verso il cielo
In alto biforcuto
Immobile e vivo

Aspettando le sue foglie, aspettando le sue foglie



Vincenzo

giovedì 25 marzo 2010

Fotografie Rock


Johnny Cash (Flipping the Bird), San Quentin Prison, 1969 © Jim Marshall



E' morto ieri, a New York, Jim Marshall. Aveva 74 anni e faceva il fotografo.
Il fotografo rock.

Nella sua lunga carriera ha immortalato, tra gli altri, Bob Dylan, i Beatles, Janis Joplin, i Rolling Stones e Jimi Hendrix.

Ed era nel backstage del concerto di Johnny Cash nel carcere di San Quintino.





Vincenzo

martedì 23 marzo 2010

San Filippo d'Agira


Agira, fotografata dalla terrazza



Una terrazza di bei ricordi
Con i dischi lanciati come frisbee
Con i discorsi da grandi
Con i fuochi d'artificio nelle notti d'estate

Una terrazza di nostalgia
Per quello che poteva essere ma non è stato
Pensando a chi ci ha voluto bene e non c'è più
Ringraziando il Cielo di aver vissuto


Una terrazza è una telefonata
Per dirti che è stato un imbroglio
Per dirti che sei disonesto
Per dirti che non è amore

Una terrazza di speranze
Perché non si è soli nella palude
Perché bisogna crederci
Perché l'Amore trionfa

Sempre.


Vincenzo

venerdì 5 marzo 2010

Perfidia

I libri si accumulano anche se il tempo per leggerli è troppo
La signora dei fiori è gentile e in imbarazzo
Un atto d'amore ha sempre senso

Operai sui tetti vegliano disincantati
Autisti ubriachi bruciano i semafori
Venditori di rose sorridono speranzosi, ma il cane abbaia e ripiegano in ritirata

Il sangue dei vinti non ha prezzo ma ha un costo, il rimorso
La città è muta stanotte
Ma la perfidia non l'avrà vinta


Julie London - Perfidia (Leeds-Dominquez,1963)


Vincenzo 


lunedì 1 marzo 2010

You talkin' to me?














Robert De Niro e Bruce Springsteen,  premiati dal presidente Obama nel dicembre scorso come artisti della migliore tradizione americana.

Corsi e ricorsi: ecco un gustoso brano tratto dall’autobiografia di Clarence Clemons, sassofonista della E street band, “Big Man. Storie vere & racconti incredibili”, edito da Arcana editrice.

“L’hai visto Taxi Driver?”, chiese Bobby.
“Certo”, disse Clarence. “Chi non l’ha visto?”.
“Bene”, fece Bobby. “Hai presente la scena che faccio a un certo punto?”.
“Quale scena?”, domandò Clarence.
“La scena dello specchio”, disse Bobby. “‘Ma dici a me?’”.
“Ah, cazzo, certo. Come no. ‘Dici a me? Non ci sono che io qui’”, fece Clarence, pentendosi di aver appena fatto un’imitazione di Robert De Niro di fronte a Robert De Niro.
“Esatto”, fece Bobby. “L’ho rubata”.
“L’hai rubata?”, disse Clarence.
Bobby fece il suo tipico cenno col capo alla Robert De Niro. “Non è originale”, disse. “L’ho rubata di sana pianta”.
“A chi?”, domandò Clarence.
“A Bruce”, disse Bobby.
“Il mio Bruce?” disse Clarence.
“Il Boss”, disse Bobby. “Il signor Springsteen”.
Clarence ci rimuginò su per un minuto. Bobby lo osservava. Poi Clarence si ricordò.
“Ah, sì…”, esclamò.
“L’ha fatto in concerto”, disse Bobby. “A un certo punto c’è il pubblico completamente in delirio. Sono tutti in piedi a urlare a squarciagola, a chiamarlo per nome, e lui si ferma sotto la luce di un riflettore, posa lo sguardo su quella massa di gente urlante, e senza scomporsi di un millimetro fa: ‘Ma dite a me?’. Poi si guarda intorno, per assicurarsi che non ci sia nessun altro, e ripete la domanda. ‘Ma dite a me? A me? Con chi state parlando? Dite a me?’. Geniale, cazzo”.
Clarence lo fissò per un po’ e fece un largo sorriso. “Che figlio di puttana”, esclamò.
“Ma dici a me?”, rispose Bobby.


Robert De Niro in Taxi Driver, film del 1976 diretto da Martin Scorsese.

Vincenzo

giovedì 18 febbraio 2010

Miaoooo!























Antonella Clerici, sul palco di San Remo insieme al noto cantante Antonio Cassano, mentre, pur non avendo le calze, si sfila una giarrettiera!

Qualche anno fa, se all'ora di pranzo mi trovavo a casa, poteva capitare che guardassi in tv "La prova del cuoco", simpatico programma culinario presentato da Antonella Clerici splendidamente coadiuvata da Beppe Bigazzi.

Per chi segue un po' il gossip non racconterò nulla di nuovo: gli anni passano, le cose cambiano, non ci sono più le mezze stagioni e al cuor non si comanda! Antonella si lega sentimentalmente con Eddy Martens, un giovane di bell'aspetto di 13 anni più giovane di lei: non che la differenza di età sia una cosa negativa, anzi. Forse ci sarebbe da eccepire sul fatto che il bel Eddy inizi a lavorare per la Rai con un suntuoso stipendio dopo una raccomandazione della fidanzata, ma almeno hanno avuto il coraggio di ammettere la "spintarella".
La storia d'amore prosegue, la Clerici rimane incinta ed è costretta ad abbandonare la conduzione della "Prova del cuoco" per accudire la bimba che nasce nel febbraio 2009.
Ad affiancare il buon Bigazzi alla conduzione arriva Elisa Isoardi una bella ragazzona piemontese, giovane, spiritosa e dal corpo che non lascia indifferenti.

La faccio breve: Antonella, finito l'allattamento, pretende di tornare a condurre la "sua" trasmissione. Il direttore di Rai 1, piemontese come Elisa, le fa presente che la trasmissione è della Rai e quindi decide lui: la Isoardi deve restare. Il pubblico si spacca: "meglio la vecchia"... "no, meglio la giovane"... "poi ci si chiede perchè si fanno pochi figli...se si perde il lavoro!"... "ma per favore, mica stiamo parlando di lavoratrici precarie a 1000 euro!!!".

Comunque: la Isoardi è rimasta tra i fornelli della "Prova del cuoco" e alla Clerici, come contentino da un milione di euro, hanno affidato la conduzione di San Remo!
Ok, mi fermo... il festival non lo seguo e non lo voglio commentare: non ho un senso dell'orrido così sviluppato!

E il buon Bigazzi, il nostro arzillo nonnino buongustaio, con chi si è schierato in questa guerra per bande? Non è dato sapere.
Quel che si sa, però, è che il Beppe, sempre pronto a presentare piselli freschi e guanciali, lenticchie rosse e pane cotto a pietra, bresaola d'anca e arance sanguinelle, dolci friulani piuttosto che miele sardo, eccetera, eccetera, eccetera, dopo essere riuscito a passare indenne alla buriana, è inciampato su un gatto: sospeso dalla Rai perchè ha ricordato, con troppa disinvoltura in verità, che una volta in toscana si era usi mangiare i simpatici felini!


E' proprio vero: quando credi che il peggio è passato, quando credi di averla fatta franca... zac, fregato!

Anzi, miaoooo, graffiato!!


Vincenzo


mercoledì 10 febbraio 2010

Fuoriclasse

Guttuso e Quasimodo: siciliani, quasi coetanei, iscritti al P.C.I.
Forse non dei geni, ma senz'altro dei fuoriclasse.



























Renato Guttuso - Studio per "Gott mit Uns", 1943

UOMO DEL MIO TEMPO - Salvatore Quasimodo,1947

Sei ancora quello della pietra e della fionda,
uomo del mio tempo. Eri nella carlinga,
con le ali maligne, le meridiane di morte,
- t’ho visto - dentro il carro di fuoco, alle forche,
alle ruote di tortura. T’ho visto: eri tu,
con la tua scienza esatta persuasa allo sterminio,
senza amore, senza Cristo. Hai ucciso ancora,
come sempre, come uccisero i padri, come uccisero
gli animali che ti videro per la prima volta.
E questo sangue odora come nel giorno
quando il fratello disse all’altro fratello:
- Andiamo ai campi. - E quell’eco fredda, tenace,
è giunta fino a te, dentro la tua giornata.
Dimenticate, o figli, le nuvole di sangue
salite dalla terra, dimenticate i padri:
le loro tombe affondano nella cenere,
gli uccelli neri, il vento, coprono il loro cuore.



Vincenzo

venerdì 5 febbraio 2010

La sorella di Dalì

Salvador Dalì - Muchacha en la ventana, 1925



Chissà cosa guardava, chissà cosa aspettava, chissà cosa pensava la sorella di Dalì.

Il Barbaresco una colonna Dorica.
Il Barolo una colonna Ionica.
Così dice "l'esperto" in tv.
E la Vanna, vacca da latte. E Zergas il toro, che copre le bovine. E il viale delle abitazione dei salariati fissi. E il gallo cotto nel vino di Gattinara. E la panissa vercellese... col salame sotto grasso per 4 mesi, si mette a friggere in una padella con della pancetta... quando è rosa si aggiungono riso e fagioli. Gnam.

E lei sta lì, azzurra e statuaria. Col culo basso.
E guarda.
E aspetta.
E pensa.


Vincenzo

mercoledì 27 gennaio 2010

Il giorno della Memoria

Marc Chagal-La crocefissione Bianca, 1938
http://lettovisto.myblog.it/archive/2009/03/16/la-crocifissione-bianca-di-marc-chagall.html


Oggi, sessantacincque anni fa, i soldati dell'armata rossa aprirono le porte del campo di sterminio di Auschwitz: ecco perchè questo è il giorno scelto per commemorare l'Olocausto.

Tempo fa trovai una bellissima citazione di Primo Levi, uno tra i pochissimi che riuscirono ad uscire vivi da quel campo, che dice "se comprendere è impossibile, conoscere è necessario" e allora mi sembra bello, oggi, celebrare questa giornata riportando un pensiero di Levi espresso nel 1974 e, sono sicuro, ancora molto attuale.

"Ogni tempo ha il suo fascismo: se ne notano i segni premonitori dovunque la concentrazione di potere nega al cittadino la possibilità e la capacità di esprimere ed attuare la sua volontà. A questo si arriva in molti modi, non necessariamente col timore dell'intimidazione poliziesca, ma anche negando o distorcendo l'informazione, inquinando la giustizia, paralizzando la scuola, diffondendo in molti modi sottili la nostalgia per un mondo in cui regnava sovrano l'ordine, ed in cui la sicurezza dei pochi privilegiati riposava sul lavoro forzato e sul silenzio forzato dei molti".

(
Primo Levi dal Corriere della sera, 8 maggio 1974).


Vincenzo

sabato 16 gennaio 2010

Cosacchi a cavallo

Amazzoni con costumi del 19secolo cavalcano nella campagna moscovita -Sergei Karpukhin/Reuters-



Avanzare al galoppo nella neve,
suoni ovattati, tatto intorpidito, fumo dal naso.

Il Re dei Tartari riposa nella grotta di ghiaccio,
sulle spalle un caldo mantello di pelli di volpi,
tra le mani la lettera inviatagli dal Principe Igor.

I Cosacchi sono alle porte del Regno,
e c'è una difficile scelta da fare.
La guerra o la resa?
Bene o male, odio o amore, giusto o sbagliato?

Sarà una lunga notte per la sentinella del Re dei Tartari.


Vincenzo





giovedì 7 gennaio 2010

Il cane Blues e le formiche



Era di tutti e di nessuno, bisognoso di cure ma molto autonomo.
Si muoveva a suo agio nella grande città, lo potevi vedere a nord e poche ore dopo a ovest, per poi rivederlo a sud-est, per poi ritrovartelo a sud.
Ma al sud stava male.
Si muoveva in metrò e pure in taxi, prendeva la filovia e il tramvai, guidava la macchina e sapeva andare in bicicletta: ma solo con le rotelle.
Guardava gli altri mangiare e poi, se rimaneva qualcosa, si serviva. Non disdegnava cucinarsi da sé e gli piaceva bere, ma mai da star male.
Gli piaceva correre sui prati, giocar con la palla e al volo saltare: così, per brio, con estro, per puro divertimento.

A volte spariva per qualche settimana e nessuno sapeva dove andasse: magari in montagna o magari al mare, chissà... sicuramente sapeva sciare, certamente era un grande nuotatore.

Da dove gli derivassero tutte queste doti e abilità non fu mai chiaro.
Si sa solo che, tra le altre particolarità, ne aveva una che forse era un dono, una sorta di visione mistica.
Capitava così, senza preavviso, senza apparente logica.
A volte al risveglio e a volte in quell'attimo eterno dell'addormentarsi.
Gli capitava a volte nel sogno e a volte in piena coscienza.
Era come se, ad una velocità supersonica, fosse stato catapultato dallo spazio siderale al suolo.
Di muso. A guardare le formiche.

Questa è la storia del cane Blues: il cane che era di tutti e di nessuno.


Vincenzo