lunedì 13 aprile 2009

Requiem per un'edicola


                                                                          Edicola votiva a Sutera, Caltanisetta


Se ho bisogno di una farmacia, di un negozio di scarpe o di vestiti, di una libreria o di un fruttivendolo, di una macelleria o di una gelateria... se ho bisogno di un qualsiasi negozio mi servo nel primo che capita.
L'edicola, però, per me non è un negozio: è un luogo dell'anima... e del portafogli: fra quotidiani, fumetti, settimanali e mensili ogni anno ci lascio un patrimonio. Tutti soldi spesi benissimo, chiaro.
Detto questo si capisce perchè amo avere un'edicola di riferimento.

E detto questo si capisce il mio sgomento quando mi sono accorto che com'erano arrivati, se ne sono andati: all'improvviso.
Sto parlando dei miei cari edicolanti.

Lui era un uomo di una sessantina d'anni, alto e spigoloso, logorroico e preparato nel suo mestiere. Era capace di tenerti in negozio mezz'ora a parlarti del nulla.
Lei era un'algida donna sui cinquantacinque anni. Sempre curata nell'aspetto, timida e poco ciarliera. Molto educata.

Come spesso accade, quando fai una confidenza a qualcuno quello poi si sente come in dovere di ricambiare. Fu così che la signora dell'edicola mi raccontò un po' di loro: della figlia ventenne tifosissima del Milan, del bambino filippino che loro trattavano come fosse un nipote, di quando avevano in affitto un'edicola in piazza Cavour... tanto lavoro ma tanta soddisfazione e molto incasso. Di come poi, dopo la vendita da parte della proprietaria, si spostarono, sempre in affitto, sotto casa mia.

Qualche tempo fa capii che c'era qualcosa che non andava, che stavano sbaraccando.
Chiesi lumi all'edicolante. Lui, solitamente chiacchierone, mi rispose a mezze frasi, con gli occhi bassi.
Non volli approfondire.

Nella gestione dell'edicola è subentrata, pochi giorni fa, una coppia di sudamericani: l'idea che mi sono fatto è che lasciano un margine di ricavo maggiore sul venduto al proprietario.
Questi ragazzi non sanno parlare bene l'italiano (cosa disastrosa per chi vende carta stampata), chiudono presto e non amano il loro lavoro, si vede.

Devo cercarmi un'altra edicola.

Vincenzo.

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