lunedì 2 marzo 2009

The Grapes of Wrath



"Con la mano gli sosteneva la testa e le sue dita lo carezzavano delicatamente tra i capelli. Ella si guardava attorno, e le sue labbra sorridevano, misteriosamente". *

Stati Uniti, anni '30, nel mezzo della Grande Depressione. 
La famiglia Joad, ridotta sul lastrico dalla carestia e dalla siccità, lascia l' Oklahoma alla volta della California, credendo di trovare la terra promessa. 
Troverà molta cattiveria e moltissima ingiustizia.
Scoprirà tanta umanità. 


Ci sono delle persone, degli avvenimenti, delle canzoni, dei film, dei libri che influenzano la nostra vita, il nostro modo di vedere le cose, la sensibilità che abbiamo verso le persone. 
E' un vissuto che forma la nostra personalità, il nostro carattere; in definitiva, il nostro modo di essere.

La prima volta che lessi Furore di John Steinbeck era il 1989 e avevo diciott'anni.
E' un libro a cui penso spesso: credo abbia il dono di contenere tutta l'umanità, la dignità, la forza di carattere, la presenza di spirito, la sete di giustizia sociale di cui l'uomo è capace.

A volte è come se gli oggetti ci chiamassero.
Meglio: a volte, per motivi misteriosi, siamo spinti verso degli oggetti.
Mi sono trovato Furore tra le mani...penso sia giunta l'ora di rileggerlo.


Vincenzo

* Così finisce il romanzo: Rosa Tea, che da poco ha partorito un bimbo morto, offre il seno pieno di latte ad un viandante malato che sta morendo di fame.



Nessun commento: