venerdì 29 maggio 2009

Il nocciolo della questione (4)


Youngstown



                                                    La raffineria Saras di Sarroch, Cagliari - Ansa


Martedì pomeriggio sono morti tre operai mentre lavoravano in una raffineria vicino Cagliari.
Come troppo spesso accade i sistemi di sicurezza erano inadeguati.
La stampa ne ha parlato molto: un po' per il numero delle vittime e un po' per la notorietà della famiglia proprietaria dell'impianto industriale.

La ricerca del profitto, la voglia di guadagnare, la sete di ricchezza sono ambizioni umane più che legittime: sono il volano che spinge le persone a lavorare, a impegnarsi e, in definitiva, a migliorarsi. 
L'uomo, però, se viene lasciato libero di seguire i sui sogni di ricchezza, se viene lasciato libero nel "mercato", tenderà a mettere il profitto in cima ai suoi pensieri a discapito di tutti gli altri valori. 
Una società civile non dovrebbe permettere che sull'altare del profitto venga sacrificata la vita umana. 
Non c'è scitto da nessuna parte che un uomo si debba arricchire oltre ogni limite, oltre lo spendibile, oltre il ragionevole.

Youngstown è una delle più belle canzoni di Bruce Springsteen.
Parla del glorioso passato e del tragico presente dei lavoratori siderurgici di una cittadina dell'Ohio: orgoglio per aver prodotto l'acciaio con cui è stata costruita l'America e umiliazione per la perdita del lavoro e dell'identità causate dalle delocalizzazioni produttive.
C' è una strofa che dice:

"La storia è sempre la stessa
Settecento tonnellate di metallo al giorno
Ora signore, mi dici che il mondo è cambiato
Un tempo ti ho fatto molto ricco
Talmente ricco che ti sei dimenticato il mio nome".

Ecco, per una volta sarebbe bello cambiare la storia: dimenticare il nome della famiglia ricca e ricordare i nomi di chi l' ha resa così ricca.

Daniele Melis.
Bruno Muntoni.
Luigi Solinas.


Vincenzo

 

lunedì 25 maggio 2009

L'ultimo degli Invincibili


                                                                           Paolo Maldini

Avvenimenti a segnare un prima da un dopo,  come pietre miliari, come spartiacque.

Ieri ultima partita a San Siro di Paolo Maldini.
Nils Liedholm lo fece debuttare in serie A il 20 gennaio 1985. 
In questo arco di tempo ha vinto cinque coppe dei campioni, sette scudetti, cinque supercoppe europee, tre coppe intercontinentali, cinque supercoppe italiane, una coppa italia: sempre con la maglia rossonera.

Bene così...

Vincenzo


venerdì 22 maggio 2009

Il nocciolo della questione (3)


God save the Queen


                                                                                                              Winston Churchill


Winston Churchill fu primo ministro conservatore durante la seconda guerra mondiale e portò l'Inghilterra alla vittoria contro le potenze dell'Asse. 
In qualsiasi altro paese, con credenziali del genere, sarebbe rimasto primo ministro a vita: nelle elezioni del luglio 1945, invece, gli inglesi pensarono che Churchill fosse un Premier da periodo di guerra, non da periodo di pace, e quindi elessero il candidato laburista.

Questo piccolo aneddoto dice molto sulla mentalità inglese e credo ci aiuti a capire meglio le due notizie di cui voglio parlare oggi che ci arrivano, appunto, dall'Inghilterra.

La prima è una notizia che sta a cavallo fra l'attualità politica e la storia: si è dimesso lo Speaker di Westminster. E' la prima volta in 400 anni.
Il terremoto che ha portato alle dimissioni della terza carica dello stato, dopo la Regina e il Premier,  è stato provocato da un'inchiesta del Daily Telegraph che ha portato a conoscenza dell'opinione pubblica gli abusi sui rimborsi spese di cui hanno diritto i parlamentari britannici.
Si è scoperto che alcuni parlamentari si sono fatti rimborsare la costruzione della piscina, altri quella del campo da tennis. Sono venuti fuori rimborsi per cene al ristorante, spese al supermercato, acquisti di tavolette di cioccolata e di scatole di assorbenti Tampax: tutte cose che con l'attività parlamentare c'entrano poco.

Sapendo che i nostri deputati guadagnano il doppio dei colleghi d'oltremanica, aggiungendo che nel nostro parlamento siedono 18 condannati in via definitiva e 62 indagati, sommando tutte le prebende, tra cui i portaborse profumatamente retribuiti, di cui godono i nostri onorevoli,  a noi italiani queste scorrettezze britanniche sembrano delle bagianate. 
Gli inglesi, invece, si sono incazzati come le bestie: la furia popolare ha portato, finora, alle dimissioni dello Speaker, di un ministro, di due membri della camera dei Comuni ed alla messa sotto inchiesta di due membri della camera dei Lord.
Molti osservatori prevedono che il Labur, il partito oggi al governo, riceverà una batosta epocale alle prossime elezioni europee.

L'altra notizia di cui voglio parlare ci riguarda più direttamente: sono state depositate le motivazioni della sentenza con cui è stato condannato per corruzione in atti giudiziali l'avvocato Mills. In pratica il legale inglese ha intascato 600.000 dollari per testimoniare il falso in un processo, così da proteggere Silvio Berlusconi e la Fininvest dalle accuse loro mosse. 
Inutile ricordare che il nostro premier ha evitato il processo tramite il "lodo Alfano".
Ora, che il Berlusca abbia iniziato a gridare al complotto, a insultare i soliti giudici comunisti, a spergiurare che lui quell'avvocato inglese non lo conosce nemmeno, non dovete certo scoprirlo in questo blog: lo dicono tutti i tg! 
Quello che i telegiornali non dicono, invece, è la notizia nuda e cruda, la notizia che ha portato alla sentenza, una notizia che nasce in Inghilterra.

Nel 2004 David Mills, legale di Berlusconi in Inghilterra, terrorizzato dall'idea di poter essere indagato per evasione fiscale ( non ridete, indagato dal fisco britannico!!!) scrive una lettera al proprio fiscalista per spiegargli l'origine di 600.000 dollari che sono finiti sul suo conto. 
" Io mi sono tenuto in stretto contatto con le persone di B. e loro conoscevano la mia situazione... Sapevano bene che il modo in cui avevo reso la mia testimonianza (non ho mentito ma ho superato curve pericolose, per dirla in modo delicato) aveva tenuto Mr B. fuori da un mare di guai nel quale l'avrei gettato se solo avessi detto tutto quello che sapevo".
Questo scriveva Mills al fiscalista il quale, temendo di essere indagato per complicità in un reato ( non ridete, si parla di avvocati, commercialisti e autorità inglesi, non italiane!!!) passa la lettera alla magistratura britannica, la quale la trasmette a quella italiana. 

Complotto internazionale, verrebbe da dire...  ma dare dei comunisti ai giudici di Sua Maestà sarebbe troppo, of course.

Vincenzo
 


lunedì 18 maggio 2009

Tipi da parco

                                          Luca Manieri - Parco Naturale del Monte San Bartollo, Marche


Giorni fa, correndo nel mio solito parco, mentre ripensavo alle mie prime stentate, sofferte e un po' penose corsette dell'anno scorso,  mi sono ritrovato a studiare le persone che incrociavo, i runners "nuovi", quelli che non si vedono d'inverno.

La primavera infatti, oltre ai primi caldi, porta con sé la voglia di relax, la voglia di vacanze, la voglia di mare.
E la voglia di mare porta con sé il ricordo che il bagno si fa in costume. Come d'incanto molte persone si accorgono di avere la pancietta, si vedono sovrappeso, si sentono fuori forma e decidono, quindi, di correre ai ripari: decidono di correre! 

Ecco, allora, le graziose ragazze che si legano la felpa in vita: presumibilmente lo fanno per non farsi guardare il sedere da loro giudicato grosso.

Ci sono poi quelli che se fanno una cosa la vogliono fare bene e quindi sono andati da Decathlon e ci hanno lasciato mezzo stipendio: scarpe Asics ultimo modello, maglia Adidas super tecnologica e traspirante con calzoncini in tinta, i-Pod nuovo, cappellino Nike, occhiali fate voi cosa... ma di gran marca!  

Poi c'è quello che è convinto, chissà perchè,  che più si suda e più si dimagrisce: sotto il sole cocente si mette il k-way rischiando la disidratatzione!

Simpaticissime sono quelle che io chiamo "le profumate". Sono ragazze non particolarmente veloci, ma comunque atletiche: quando le incroci evitano attentamente di scambiare uno sguardo, in compenso, però, ti lasciano nel naso una scia di profumo che tramortisce.

L'anziano: lo guardi e lo invidi: non certo per l'età, ma per la voglia e la costanza che mette nella corsa.

Il giovane atleta: corre al parco solo nella bella stagione, pratica uno sport anaerobico, è senz'altro in forma e questo lo porta alla sfida: solitamente rimane scornato sulle lunghe distanze.

L'obeso. Un po' fa rabbia, un po' fa pena, molto fa simpatia. Il medico gli ha detto: "la dieta non basta, serve movimento" e lui si è infilato le scarpette. Chiaramente cammina, ma l'essere al parco è già una vittoria.

La coppia di fidanzati. Solitamente il runner è lui: lei è stata trascinata a correre e non fa nulla per nascondere la fatica e il disappunto.

Quello che corre col cane e quello che corre seguendo l'amico che va in bici, quello che corre da solo e quello che corre in gruppo, quello che va forte e quello che va piano...

Che bello correre: nell'attimo in cui tutt' e due i piedi sono staccati da terra, sembra di volare.

Vincenzo

mercoledì 13 maggio 2009

Il nocciolo della questione (2)


Apartheid, che ridere


                                                               Apartheid sui mezzi pubblici - Johannesburg, 1982                                                                                                                             

Tutto avrei potuto immaginare, tranne di dover un giorno rimpiangere il sindaco Pillitteri.

Andiamo con ordine: la notizia che voglio commentare oggi risale a settimana scorsa. 
E' la proposta di Matteo Salvini, capogruppo della Lega Nord nel consiglio comunale di Milano, nonchè deputato della Repubblica, di riservare dei posti sui mezzi pubblici ai milanesi.
Così da tenerli separati dagli extacomunitari.

L'idea di Salvini, non originalissima in verità, qualcosa avevano sperimentato in Sud Africa ai tempi dell'apartheid, è stata così sopra le righe da provocare un quasi unanime sdegno. 
Dico quasi perchè qualche importante voce che ha voluto minimizzare il fatto c'è stata: il solito Berlusconi, che ha parlato di "provocazione" e il sindaco di Milano, Letizia Moratti, che ha parlato di una "battuta". 
Una battuta: quindi dovrebbe far ridere. 
Questo spensierato buonumore del sindaco mi ha fatto tornare in mente un fatto capitato in città nel 1991. 

Vicino al deposito mezzi dell'atm di viale Palmanova si era insediato un campo di extracomunitari. Ben presto la convivenza fra gli stranieri e i tranvieri si fece tesa e quest'ultimi, spalleggiati da un sindacato autonomo, indirono uno sciopero chiedendo lo spostamento del campo. 
Il sindaco Pillitteri, dopo tre giorni di sciopero selvaggio che aveva quasi messo in ginocchio la città, si recò nel deposito per parlamentare con gli autisti, ma lì, parole sue, "fui accolto con un volantino che diceva, tra l' altro, stop ai vu' cumpra' , comincia la lotta per la pulizia civile".
Leghisti della prima ora, verrebbe da dire.
Nacque una rissa verbale memorabile, epica, bellissima.


Fra i molti  insulti, il Pilli gridò ai tranvieri: "Sporchi fascisti, squadristi, nazisti, razzisti, barboni, pezzenti, siete la vergogna di Milano, straccioni, siete uno pseudo sindacato. Siete la vergogna della classe operaia".

Ora, scacciando la tristezza che viene a sentire un socialista, o presunto tale, che dà dei barboni, straccioni e pezzenti a degli operai, quello che salta all'occhio è l'uso dei termini "fascista" e  "razzista" a mo' di insulto. 
Fino a non motli anni fa avevamo un sindaco che pensava di offendere il suo interlocutore dandogli del razzista. 

Oggi abbiamo la Moratti, che non solo accetta di avere Salvini nella sua maggioranza, ma che trova anche divertenti le sue proposte. 
Pardon, le sue battute.



                                                                                                          Cape Town, 1982                                                                                                                                                                                                                                                                                                   
Vincenzo







lunedì 11 maggio 2009

Reminiscenze da teenager

                                                  Samantha Fox, icona sexy anni '80


Gente, ho letto una notizia e mi si sono strabuzzati gli occhi, ho avuto una mezza sincope, ho perso il sonno per tre giorni... meno male che dormivo la notte!!!

Samantha Fox si sposa.
E con chi si sposa? Con una donna. 
E non è un colpo di fulmine, è il coronamento di una storia d'amore che va avanti da anni.

Mi sono sentito deluso e preso in giro: ma come, un'icona sexy anni '80, una delle prime maggiorate del mondo dello spettacolo, una che cantava "touch me". Una che spopolava sulle copertine di Cioè, Bliz e compagnia bella, una che era diventata il sogno erotico di milioni di ragazzini, fra cui il sottoscritto, mi ha preso in giro?!?
Non voleva essere toccata da noi maschietti?!?

E' proprio vero: non ci si può fidare di nessuno....

Auguri, Samantha!

Vincenzo

Qui Samantha Fox in touch me:

mercoledì 6 maggio 2009

Il nocciolo della questione (1)

Piccola premessa.

Inauguro la prima rubrica del blog: il nocciolo della questione. 
Raccontava Indro Montanelli che anche durante il Ventennio, quando imperava il Minculpop, se un cittadino voleva informarsi, con un po' d'impegno, leggendo fra le righe dei quotidiani, incrociando le informazioni ci riusciva in modo accettabile.
Oggi non viviamo in un regime, ci mancherebbe... anche se lo pensassi non lo direi, verrei preso per matto. E però, l'informazione assomiglia sempre più alla disinformazione e il rischio di andar fuori strada è sempre presente.
Questa rubrica vorrebbe mettere sulla strada giusta, vorrebbe far parlare dei problemi veri, vorrebbe essere uno strumento per evitare di essere presi per il naso.
Questa rubrica vorrebbe far guardare alla luna e non al dito che la indica.
Come diciamo a Milano... "sperem"...


Lo specchio


                                    Belen Rodriguez: modello per molte ragazze

L'onore di aprire la nuova rubrica non poteva che andare alla notizia che ci ammorberà nelle prossime settimane, se ci andrà bene: la separazione di Veronica Lario da suo marito, il nostro benamato premier Silvio Berlusconi.
Tranquilli, non vi voglio tediare col riepilogo dei fatti, con domande se ha ragione lui quando dice che pretende le scuse dalla moglie... perchè lui non va con le ragazzine!... o se ha ragione lei che non ce la fa più, che dice che "non sta bene", che "va con le minorenni"... dopotutto Noemi, la minorenne appunto, non ha dichiarato che lo ha incontrato a Roma e a Napoli?

Noemi, di lei vorrei parlare. La vera vittima, trattata da molti mezzi d'informazione come una donna adulta, come un'ammaliatrice, come una donna di spettacolo, come una puttanella.
La generazione dei miei genitori, quella che oggi ha superato i sessant'anni, magari a diciott'anni era già sposata con figli; oggi no, a diciott'anni si è ancora bambini. E quindi io Noemi la vedo come una vittima inconsapevole.
Una vittima dei disvalori della società, una vittima di un modo distorto di vedere la vita da parte di molti adulti. Il problema vero è lei, sono le nuove generazioni che rischiano di essere rovinate. Berlusconi è già perso! 
Ho letto un'intervista agghiacciante al padre della ragazza: alla domanda se non trovava inopportuno aver permesso alla figlia di fare un book fotografico "da adulta" per poi inviarlo, tra gli altri, al presidente del consiglio, ha risposto " mia figlia ha sempre avuto il sogno di sfondare nel mondo dello spettacolo... che male c'è?".
Già, che male c'è? 
Ho l'impressione che per un gran numero di italiani l'avere successo, il diventare ricchi, il diventare famosi sia più importante dell'avere una buona istruzione, un lavoro onesto, dei principi in cui credere. Sia più importante dell'onestà.
Credo che il nocciolo della questione, quello di cui varrebbe la pena parlare,  è che una grossa fetta della società italiana è marcia. Il nostro premier, con le sue tv, ne è lo specchio nemmeno troppo deformato.

Vincenzo 

lunedì 4 maggio 2009

La difficile arte del saper apprezzare



                                  Ibrahimovic zittisce i tifosi dopo il goal segnato alla Lazio


Erano diversi anni che non andavo a San Siro a vedere una partita di calcio: sabato sera, da buon milanista, sono andato a vedere Inter - Lazio.

Prima di entrare nello stadio mi concedo un paio di birrette col collega che mi accompagna e mi guardo un po' attorno. 
I venditori di panini con la salamella fanno affari d'oro, così come le bancarelle di sciarpe, magliette e bandiere. 
I carabinieri si annoiano, rassicurati dal gemellaggio fra le due tifoserie, mentre gli stewart all'ingresso lavorano di buona lena.
Mi colpisce la presenza di molti bambini: vestiti dai genitori coi colori del cuore, trasmettono quel genuino entusiasmo che diverrà un bel ricordo e un gran rimpianto quando saranno adulti.

Il colpo d'occhio sugli spalti quando le squadre entrano in campo è molto bello: posti quasi tutti occupati e gran sventolio di bandiere. Siamo in curva sud, di fronte agli ultras dell'Inter: una posizione privilegiata per apprezzare la coreografia che hanno preparato. E' un omaggio a Gabriele, il tifoso della Lazio ucciso nel novembre 2007 da un colpo di pistola esploso da un poliziotto sull'autostrada. 
Fra i molti striscioni mi colpisce uno in particolare: "giornalisti sciacalli".

Inizia la partita e il mio collega, rendendosi evidentemente conto della mia impreparazione, rinuncia a scambiare pareri tecnici con me per intavolare un discorso da vero tifoso con il suo vicino di posto. 
Il match non offre grandi emozioni, ma io mi diverto ugualmente. Certo, rimango seduto e un po' in imbarazzo quando quasi tutti nello  stadio si alzano e saltando cantano "chi non salta milanista è" e rimango un po' perplesso quando iniziano a gridare "milanista pezzo di merda"... mi consolo costatando che il mio collega, simpaticamente, evita di unirsi al coro.
Per sfogarmi un po' e per intonarmi al sentire generale mi unisco ai canonici insulti all'arbitro, ma c'è da dire che il mio classico "arbitro cornuto" mi fa sembrare quasi un Lord inglese e, allora, aggiungo un bel "arbitro bastardo".

L'Inter non gioca bene, anzi, gioca maluccio e intorno a me iniziano le critiche alla squadra: Figo è un vecchio e non salta più l'uomo... Ibrahimovic si guarda la partita dal campo, è un mercenario e se ne deve andare... Mourinho non sa mettere la squadra in campo... Santon non deve giocare a destra... e chi più ne ha più ne metta. 
Considerando che la squadra è prima in classifica con 7 punti sulla seconda e che, mancando solo 5 giornate alla fine del campionato, difficilmente perderà lo scudetto, le giudico critiche ingiuste, esagerate, troppo severe.
Ma il tifoso interista è così: ipercritico, mai contento, perennemente insoddisfatto e, quindi, alla fine del primo tempo fischia sonoramente la propria squadra.

Nel secondo tempo, dopo un paio di sostituzioni azzeccate da parte dell'allenatore, Ibra segna e, platealmente, porta l'indice alla bocca per zittire il pubblico.
Questo gesto del campione svedese ha fatto molto clamore, i giornali del giorno dopo ne hanno parlato molto.
Il pubblico ha sempre ragione o, a volte, quando esagera, il giocatore ha il diritto a ribellarsi ad una critica che trova ingiusta?

Il cercare di migliorarsi è una caratteristica umana, è la caratteristica che ha permesso all'uomo di evolversi, di progredire, di fare nuove scoperte e di compiere nuove invenzioni che hanno migliorato la nostra vita quotidiana.
Credo, però, che se ci focaliziamo solo al volerci migliorare, al voler progredire, al cercare la perfezione rischiamo di non godere dell'oggi, dei risultati che abbiamo conseguito.
Rischiamo di non vedere il bello che c'è intorno a noi nel presente.

Aspettando di capire qual'è l'alchimia giusta per conciliare l'ambizione di miglioramento al saper godere di quello che si ha, faccio i complimenti all'Inter per lo scudetto... ( ma chi ci crede???).


Vincenzo

p.s. La partita è finita 2-0 per l'Inter.