domenica 30 novembre 2008

La velocità.... ( 3 )


 "La velocità... è piacevolissima per sé sola, cioè per la vivacità, la forza, la vita di tal sensazione. Essa desta realmente una quasi idea dell'infinito, sublima l'anima, la fortifica".

Come non trovarsi d'accordo con questa frase di Leopardi, tratta dallo Zibaldone?

Voglio qui parlare delle sensazioni che provoca a molte persone la velocità "fisica": le sensazioni che proviamo mentre sfrecciamo su una moto o mentre pedaliamo al massimo delle nostre forze su una bicicletta. Quella sorta di euforia che ci prende quando siamo su un purosangue al galoppo o, più banalmente, lanciati in autostrada sulla nostra auto.
Per inciso: l'euforia della velocità è, come spesso le euforie, pericolosa... inutile ricordare i danni, in termini di incidenti, che essa può provocare. Qui, però, voglio soffermarmi sui lati positivi, sulle belle sensazioni che provoca. 
Per riprendere Leopardi, quando andiamo veloce è come se tendessimo all'infinito, è come se le nostre vite si proiettassero in un' altra dimensione: forse non migliore, ma senz'altro diversa.
Il fascino che l'auto ha esercitato ed esercita ancora sull'uomo moderno, è senz'altro dato dalla possibilità del muoversi autonomamente su grandi distanze, ma anche dalla possibilità di sfruttare un mezzo che "va veloce".
La velocità è anche bella da guardare: pensiamo solo agli sport motoristici.... al brivido dato dalla consapevolezza che i corridori faranno di tutto per andare più forte degli altri, per superarli, per arrivare primi. L' emozione provocata dal sapere  che i piloti, per correre più velocemente, arriveranno "al limite", quel leggero confine che separa lo stare in pista dal finire nella sabbia.... e questo spiega gli applausi di gioia che, chi ha seguito una gara dal vivo lo avrà notato, vengono tributati ai piloti che vanno fuori pista: un giusto riconoscimento a chi, per andare più forte, ha superato il limite!

Detto questo, ricordiamoci che le strade delle città non sono una pista, ma che, volendo, la domenica mattina l'autodromo di Monza è aperto ai privati....

Vincenzo

giovedì 27 novembre 2008

Velocità e Umiltà (bis), ovvero del Dubbio

Mentre ieri cercavo l’immagine per rappresentare al meglio l’idea della velocità di connessione fra i neuroni....un’immagine per la velocità del pensiero..ho trovato questa immagine che trovo altrettanto significativa sulla mente umana, l’inconoscibilità profonda del pensiero e in generale il dubbio come fondamento di ogni approccio al reale.
Benvenuto sarà qui ogni spunto su questa epistomologia del dubbio, già sintetizzata nel “Dubito ergo sum”, versione genialmente modificata dell’altrettanto mirabile motto di Descartes “Cogito ergo sum”**, ripercorrere una strada che va dall’iniziale socratico elogio del dubbio e dell’umiltà del pensiero, a kant e alla sua metodologia critica alla moderna filosofia della scienza....

Per chiudere questo post di oggi, per tutti voi il link all’episodio della delilziosa serie di cartoni animati: il etait une fois la vie ...in italia è noto come “Siamo fatti cosi” (la consigliamo a tutti adulti con bambini ma non solo , divulgazione di grande qualità).... dedicata appunto al cervello:

http://dailymotion.alice.it/video/xr84h_il-etait-une-fois-la-vie-2_school

Giorgia


** l’attribuizione allo stesso Cartesio della versione comprendete il Dubito è erronea, in quanto il “Dubito, ergo Cogito, ergo Sum” appare per la prima volta in introduzione agli scritti di Descartes del 1765 ad opera di uno sconosciuto "Thomas".

martedì 25 novembre 2008

La velocità


...continuando la disquisizione iniziata ieri sul tema Corsa vs. Pausa per la riflessione , il Pensiero, voglio riportare il nostro blog sul tema della Velocità come valore positivo.

Contraddico me stessa direte....

Non proprio perchè quella di cui vogliamo parlare qui non è la velocità della fretta, della superficialità, del bulimico divorare di informazioni e imamgini di questa nostra società ma una velocità mentale, un viaggiare sulle intuizioni , lampi , squarci nel tessuto della mente...idee che viaggiano coi segnali sinaptici ...
Per ricordare le parole di Calvino nelle sue Lezione Americane ...quando parla dell’elogio alla Velocità come uno dei sei valori per questo millennio.
La velocità mentale vale per sé, per il piacere che provoca a chi è sensibile a questo piacere, non per l’utilità pratica che si possa ricavarne. Nel secolo in cui tutto è misurabile, compresa la velocità del progresso, la velocità mentale non può essere misurata.
"La rapidità e la concisione del pensiero piacciono perché presentano all’anima una folla d’idee simultanee, così rapidamente succedentisi, che paiono simultanee, e fanno ondeggiar l’anima in una tale abbondanza di pensieri, o d’immagini o sensazioni spirituali, ch’ella o non è capace di abbracciarle tutte, e pienamente ciascuna, o non ha tempo di restare in ozio, e priva di sensazioni".


Giorgia

domenica 23 novembre 2008

La timidezza dei campioni.


Inizio dalla fine: premiazione dei primi tre arrivati alla maratona di Milano 2008. 
Sul podio salgono Duncan Kimbet, Elias Kemboi e Leonard Mucheru: primo, secondo e terzo classificati.
Quello che stupisce in questi atleti Keniani è la calma, una calma serafica, rassicurante, simpatica.
Quello che stupisce in questi ragazzi è la modestia nei modi, modestia verso il pubblico e verso i fotografi, modestia verso le autorità premianti e tra di loro.
Quello che stupisce in questi campioni è la loro timidezza: come quando vengono invitati a prendere la bottiglia magnum di spumante ai loro piedi per festeggiare...si guardano perplessi, la prendono in mano, ma si guardano bene dallo stapparla...non siamo mica in formula 1!
Si potrebbe fare una facile retorica confrontando questi comportamenti con i comportamenti, spesso arroganti e sfacciati, degli atleti degli "sport maggiori", soprattutto i calciatori.
Essendo allergico alla retorica provo invece a raccontare qualche impressione su questa maratona.
Dopo aver analizzato il percorso (partenza e arrivo in piazza del Cannone dopo un passaggio in piazza Duomo e il giro della circonvallazione), decido di aspettare i podisti in porta Venezia: così li vedrò passare due volte (andata e ritorno dal Duomo), per poi aspettarli al traguardo. In pratica li aspetto al quarto chilometro e in pratica le gerarchie sono già state decise... arriva il gruppetto dei keniani ad un passo che mi stupisce e mi turba....vanno veramente forte! Un ritmo del genere riuscirei a tenerlo per non più di 5 minuti. Pian piano arrivano gli altri....prima gli atleti dei gruppi sportivi militari (noto un carabiniere ed un' atleta dell'esercito), poi quelli dei gruppi sportivi privati, poi un gruppone massiccio e ben allenato e poi via via corridori che avrebbero fatto meglio ad iscriversi ad una 5 km.
In tutti, però, si legge in volto come una soddisfazione, come un orgoglio del partecipare. Qui sta una delle peculiarità della corsa, a prescindere dalla distanza: si corre per se stessi, per migliorare il proprio tempo, per arrivare, per esserci.
In fondo la gioia di chi riesce ad arrivare al traguardo (magari sotto le 4 ore) non è molto dissimile dalla gioia provata da Kibet che ha chiuso la gara in 2h 07'35'', primato della corsa.
Gioia che si è vista trasparire appieno nel bel volto siciliano di Anna Incerti, vincitrice della gara femminile in 2h27'42'' davanti alla keniana Chepchumba, vincitrice l'anno scorso, e all' etiope Dembomba....e scusate se è poco!

Vincenzo


venerdì 21 novembre 2008

Partiti!


Eccoci qui con il primo post, un po' per prova...questo è il mio primo tentativo di creazione di un blog, e un po' per presentazione.
Il blog avrebbe dovuto chiamarsi " le deux magots", da un' idea di Giorgia la mia collaboratrice principale di queste pagine.
" Le deux magots (ovvero le due scimmiette), nome di uno dei due mitici caffè parigini in cui dagli anni '20-'30 agli anni '70 si sono ritrovate schiere di intellettuali come Sartre, la de Beauvoir, Hemingway  ecc. a passare i pomeriggi, bere, fumare e parlare".
Questa era la proposta di Giorgia....e da questo si capisce che i post artistici li curerà lei.... ma purtroppo il nome era già in uso...e quindi ho pensato ad "arte di corsa".
Arte di corsa, un titolo che racchiude due passioni: l'arte, appunto, ma non in senso strettamente accademico...arte come vita, come quotidianità del bello, arte come influenzatrice della società...e corsa. Corsa come "running",  corsa come attività sportiva, agonistica o amatoriale...ma anche corsa come "veloce", "rapido"...un po' i ritmi delle nostre vite e del web.
Come presentazione può bastare.... al primo post vero e proprio!
Vincenzo

Aggiornamento e precisazioni 24.11.2008
Come coautrice di questo blog, devo completare l'introduzione fatta da Vincenzo ricordando a tutti che pur se il nome del blog scelto è "Arte di Corsa", quella preposizione "di" fra i due sostantivi non sarà al centro di come noi vorremmo fosse questo blog.
Si parlerà, come dice Vincenzo, certo di arte e di sport ma proprio quella fretta che caratterizza molto del mondo contemporaneo, anche in una attività, come quella del pensiero, che invece necessita di tempi a parte, di una pausa pur minima di riflessione è cosa che qui si vuole combattere....
Questo blog come angolo ove fermarsi anche per poco, per cogliere o suggerirci uno spunto di discussione, una sosta di idee che reossigini il cervello in questo Mondo di Corsa.
Aggiungo, inoltre, che non ci limiteremo alle due tematiche del titolo, ma in generale si cercherà, e saranno quindi benvenuti i suggerimenti, di parlare un po' di tutto...
Non per cedere nel ipergeneralismo (e nel conseguente qualunquismo) quanto per riconoscere che il pensiero umano è infinitamente multiforme e proprio nelle sue mille manifestazioni sta la bellezza della vita.
Quindi arti visive tradizionali, ma anche storia, filosofia, attualità politica, antiquariato, lettura, analisi sociale...e ogni qualsialtra cosa voi lettori vogliate suggerire a queste due povere scimmiette (che, a differenza di quella di una famosa filastrocca, vogliono Vedere, Sentire, Parlare).
Giorgia